Roma, 30 lug – Gli autovelox sequestrati e ritenuti illegali in Italia sono ormai tantissimi, a due mesi dalla stretta del governo sugli ormai famigerati sistemi di misurazione della velocità su strada, percepiti dai cittadini comuni, negli ultimi decenni, come un vero e proprio strumento di oppressione. Le elezioni europee sono alle spalle, quindi l’aspetto propagandistico della misura è passato: qualche segnale di speranza, c’è….
Autovelox, la fine di un’oppressione?
Poisizioni ambigue o poco visibili, in certi casi messe in contesti completamente illogici (non è così raro trovare degli autovelox piazzati nel bel mezzo di una strada dritta e ampia dove di norma il limite di velocità non è così basso quanto il misuratore, all’improvviso, impone, rendendo difficile all’automobilista non andare oltre). Da decenni, gli autovelox sono una forma di oppressione contro il popolo. Per lo meno, vengono percepiti così, ed è difficile accusare i cittadini, nel complesso, di poca disciplina (al di là di soggetti singoli che sempre esistono e sempre ci saranno). Ora, come riporta l’Agi, è il gip di Cosenza ad ordinare il sequestro di apparecchiature presenti su tutto il territorio nazionale, in città come Modena, Reggio Emilia, Venezia o Vicenza che risultano particolarmente “interessanti”. I pm si stanno concentrando, in particolare, sui misuratori di velocità denominati T-EXSPEED V.2.0 con postazioni fisse.
Fleximan
Che gli autovelox siano una forma di oppressione è dimostrato dalla popolarità assoluta di Fleximan, ovvero il “giustiziere” che li abbatte in nome della libertà e divenuto quasi un idolo mitologico presso l’opinione pubblica. Questa sorta di mitologico “Robin Hood delle multe” ha avuto anche un volto denunciato qualche mese fa: quello di un uomo di 42 anni, di Padova, ma residente in Polesine. La sua casa era stata perquisita il 17 maggio ed erano stati sequestrati elementi di indagine poi non meglio chiariti. Qualche giorno dopo Enrico Mantoan, questo il suo nome, aveva espresso frustrazione: “Sono indagato, ma sembro già colpevole perché sono di destra”.
Che sia lui o no il responsabile, di sicuro non è antipatico al popolo. Perché Fleximan non è destinata ad essere una singola personalità, ma un vero e proprio movimento di ribellione. Chissà che l’epoca degli autovelox e dell’oppressione non sia finita. Francamente, siamo scettici, ma mai dire mai…
Alberto Celletti