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Autonomia differenziata e Unità d’Italia

by La Redazione
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ddl Lega

Roma, 30 giu – Parliamo dell’Autonomia differenziata ma facciamo un quadro generale. Il governo Meloni ha tre riforme cardine che possono modificare di molto gli scenari politici:

Il Premierato per impedire al Presidente della Repubblica di sostituire i governi di centro-destra con dei tecnici graditi a Bruxelles e alla sinistra.

La Separazione della carriera dei magistrati tra pm e magistratura giudicante, per diminuire l’intervento della magistratura sulle decisioni degli elettori.

L’Autonomia differenziata per evidenziare le incapacità operative o addirittura le ruberie delle amministrazioni locali.

Autonomia differenziata

Pur avendo le tre riforme una certa interdipendenza, il Premierato viene intestato idealmente a Fratelli d’Italia, la Separazione dei magistrati viene intestata a Forza Italia e L’Autonomia alla Lega.

Questa premessa è importante perché l’origine leghista ha un pesante riferimento nella memoria collettiva degli elettori al progetto di secessione da parte della Lega di Bossi. Tutti se lo ricordano bene in canottiera mentre invita a pulirsi il c. col tricolore. Oggi è solo per addetti ai lavori la conoscenza della circostanza che la percentuale di elettori del Nord propensi a una secessione allora non superò mai il 5%, ovvero che il 95% dei cittadini del Nord neanche ci pensava lontanamente.

Di fatto, oggi gli elettori del Nord si domandano ancora: “Davvero adesso ci teniamo tutti i soldi e lasciamo al loro destino le regioni povere?”. Mentre gli elettori del Sud si domandano altrettanto: “Davvero adesso il Nord, avido ed egoista, blocca il flusso di denaro e ci lascia senza ospedali?”. Ecco quali domande lascia negli elettori la canottiera di Bossi e sono domande entrambe sbagliate. Infatti l’Autonomia differenziata non sarà così.

Basta capire cos’è il Lep

Come funzionerà quindi l’Autonomia Differenziata oggi concepita?

Innanzi tutto il governo si è impegnato a definire i Livelli Essenziali di Prestazione (Lep) che devono essere validi per ogni parte del territorio italiano. Ovvero si stabilirà quante scuole ci dovranno essere per abitante, quante strutture stradali, quanti acquedotti, quanti posti letto negli ospedali, etc. Poi verranno assegnati dei fondi a questi parametri, uguali per tutti. Ad esempio, si stabilirà il costo giornaliero del posto letto in terapia intensiva e dovrà essere lo stesso a Varese come a Caltanisetta.

Poi verranno distribuiti i fondi in base alla raccolta delle tasse e in base ai parametri applicati alla popolazione. Ovvero, se ci saranno pochi soldi, il posto letto giornaliero potrà costare euro 600, se ci saranno tanti soldi costerà 1.200 euro. Uguale per tutti. Il governo si è impegnato a definire questi LEP nel giro di due anni e, elemento fondamentale, l’Autonomia potrà partire solo quando ci saranno i fondi per finanziare tutta l’Italia simultaneamente.

Cosa cambia rispetto a oggi

Dovrebbe cambiare la percezione del servizio ricevuto dal cittadino. Se il paziente di Potenza riterrà di non avere una buona assistenza e vorrà scappare a Padova per curarsi, avrà la certezza che l’ospedale di Potenza aveva ricevuto gli stessi soldi dell’ospedale di Padova e, finalmente, si domanderà di chi è la colpa di quel disservizio. Oggi esiste l’equivoco che non arrivano gli stessi fondi (anche se è vero il contrario), domani questo equivoco non potrà più esserci. Così l’elettore dovrebbe punire il politico locale che gestisce male quei fondi magari in combutta con dei malavitosi e dovrebbe denunciare il barone universitario che fa scappare i bravi medici al Nord o, peggio, all’estero, per favorire invece parenti e amici. Insomma meriti e colpe dovrebbero essere stabiliti senza più equivoci. Oggi il politico locale è invece considerato bravo se riesce a far arrivare più soldi alla faccia dei concorrenti onesti. Domani arriveranno gli stessi soldi per tutti.

Finirà bene?

Per ognuna delle riforme, Premierato, Carriere magistrati e Autonomie, è annunciato un referendum abrogativo, appoggiato dalla sinistra ma anche da alcuni politici della coalizione governativa per quanto riguarda le Autonomie (Forza Italia?). Se per le Autonomie prevarrà la memoria storica creata da Bossi sia negli elettori del Nord come negli elettori del Sud, sarà un’ulteriore prova che la democrazia vive di convinzioni fasulle. E vale tanto per la destra che per la sinistra. In fin dei conti, la costituzione europea fu bocciata, perché al referendum fu presentato in Francia un manifesto raffigurante un affascinante idraulico polacco che, con fare sornione, sembrava insidiare le povere casalinghe francesi.

Carlo Maria Persano

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