Roma, 24 feb – Quando si pensa alle fonti rinnovabili in Africa il primo pensiero va alle centrali solari ed eoliche: questo perché il continente africano ben si presta a sfruttare il sole e il vento per produrre energia. Di recente però un’altra forma di energia sta attirando l’attenzione di alcuni Paesi africani ed è quella geotermica.
Energia geotermica e Africa
Nell’Africa orientale si trova la RIft Valley, un’area vulcanica lunga 6mila chilometri che va dall’Eritrea al Mozambico. Questa zona ben si presta alla produzione di energia geotermica visto che il sottosuolo produce vapori che possono essere usati per azionare i generatori e non producono nessuna emissione. Il Kenya è il Paese africano che per primo ha iniziato a sfruttare questa fonte di energia, tanto che la prima centrale geotermica è stata costruita nel 1981. Adesso il governo vuole aumentare la produzione di elettricità portandola dagli attuali 900 megawatt a 5mila entro il 2030. Ciò al fine di produrre tutta l’energia consumata usando fonti rinnovabili.
Il Kenya e il geotermico
Il potenziale geotermico del Kenya è enorme e potrebbe produrre molto di più dei 5mila megawatt che l’esecutivo si è posto come obiettivo per il 2030. Di conseguenza, non deve sorprendere che lo stesso governo cerchi in tutti i modi di promuovere l’esplorazione e lo sfruttamento di queste fonti geotermiche. Ovviamente come ogni progetto infrastrutturale anche l’uso di energia geotermica crea rischi dal punto di vista finanziario: per questo nel 2008 è stata creata la Geothermal Development Company, una società statale che si pone come obiettivo quello di assicurare gli investitori che vogliano investire in questo settore. Da qui la collaborazione con la Banca Africana di Sviluppo e con l’Unione Africana: quest’ultima si avvantaggia dell’assistenza finanziaria della Banca di Sviluppo Tedesca.
Sforzi che stanno portando risultati, visto che dal 2008 i progetti per lo sfruttamento dell’energia geotermica sono aumentati enormemente: il Kenya vuole usare l’esperienza accumulata per aiutare altri Paesi africani a incentivare progetti simili. Tra questi il candidato principale è l’Etiopia, un paese con grosse potenzialità che fino ad ora ha utilizzato pochissimo.
Giuseppe De Santis