Roma, 26 ott – Goliardici, liberi, europei: Asterix e i suoi sodali non potevano non suscitare l’ira dei sacerdoti officianti la religione del politicamente corretto. E infatti, proprio in questi giorni, il fumetto francese è sulla graticola.
Galeotto fu “Il papiro di Cesare”, il 36esimo album della saga, distribuito in Francia e nel resto del mondo, Italia compresa, a partire dal 22 ottobre scorso.
Nella trama c’è il solito Giulio Cesare intento a scrivere il suo De Bello Gallico, quando l’editore suggerisce al condottiero romano di rimuovere il capitolo dedicato al villaggio che resiste all’avanzata dell’esercito romano, così da migliorare la sua immagine. Tutte le copie del capitolo incriminato vengono quindi distrutte, ma uno degli scribi numidi di Cesare ne conserva segretamente un papiro e lo consegna all’attivista Vispolemix, una sorta di Julian Assange dell’epoca (e il cui nome doveva appunto fare il verso a Wikileaks, opzione poi rientrata per paura di cause legali).
Realizzata da Jean-Yves Ferri e Didier Conrad, eredi di Albert Uderzo e René Goscinny già al lavoro sul volume precedente, la nuova avventura sta creando un surreale dibattito a causa del modo in cui vengono rappresentati nelle tavole gli scribi numidi. Labbra carnose, accento in cui manca la “r” (per i francesi corrisponde al nostro classico “zi badrone” delle gag della tv di qualche anno fa), insomma la classica rappresentazione stereotipata tipica di una comunicazione popolare, che con gli stereotipi – tutti – finisce inevitabilmente per giocare.
Ma adesso no, anche i fumetti devono allinearsi ai dettami del politicamente corretto. E così “Le papyrus de César” finisce nel mirino. La – non ridete – “Brigata Anti Negrofobia” (ma non dovrebbe chiamarsi “Brigata Anti Nerofobia”? O “Anti Dicolorefobia”?…) ha lanciato la sua fatwa contro “Il papiro di Cesare”: “Nel racconto, uno scriba numida di nome Bigdatha prende l’iniziativa di rubare il capitolo censurato delle memorie di Giulio Cesare. Stranamente, egli consegna il manoscritto a un gallico, ispirato a Julian Assange. Perché non può essere lui l’eroe della storia anziché un personaggio secondario?”.
Già in “Asterix e i Pitti”, del resto, erano rappresentati degli africani, tutti rigorosamente schiavi, tutti uguali e il cui unico personaggio importante, il pirata Baba, aveva appunto il tipico accento africano delle barzellette. L’ex calciatore Lilian Thuram aveva confessato di non riuscire a identificarsi in Baba e critiche erano arrivate anche dalla suddetta “Brigata”.
E ancora, nel 2014 il film d’animazione di Asterix, “Le Domaine des Dieux”, aveva suscitato polemiche sui social network per la presenza di un eroe nero, muscoloso e vestito di una pelle di leopardo. Altri avevano fatto notare l’assenza – terribile! – di doppiatori neri.
Nel 2011, infine, il filosofo Michel Serres aveva lanciato un duro attacco contro le avventure del bellicoso villaggio gallico parlando di “apologia della forza bruta, della droga e del disprezzo della cultura”. Parafrasando la nota presa in giro di Asterix nei confronti dei Romani, verrebbe da replicare: “Sono pazzi questi moderni”.
Adriano Scianca
8 comments
bell’articolo, ma Alberto fa di cognome Uderzo!
“Xenofobia”, “omofobia”, “negrofobia”… i sinistri non sanno più che inventarsi per nascondere la propria fasciofobia!
@ Paolo: se fosse solo alterofobia? (paura ossessiva del pensiero altrui).
@ autore: ero già pronto per scrivere nerofobia e ironizzarci su, se fossi professore le darei la lode assieme al vignettista che ha inventato Vispolemix (lanciamo una linea di gadgets)?
Unica postilla all’ articolo – di cui peraltro condivido pienamente lo spirito – è che la frase “Sono Pazzi Questi… ” adattata di volta in volta al contesto, non è di Asterix ma del suo inseparabile amico, Obelix. Lo sottolineo, solo perché era – ed è – lui, il mio personaggio preferito del fumetto 🙂
Curioso. Se si tratta di africani, spagnoli, britannici, ecc è razzismo, mentre se si tratta dei romani, non lo è. Due pesi e due misure? Come è possibile che in ogni fumetto si insultano i romani e Roma e nessuno dice nulla, nessuno parla di razzismo, mentre se si vede una vignetta con il pirata o l’egiziano di turno ridicolizzato, si urla razzismo? Se il razzismo c’e’, e in effetti c’è, questo soprattutto è nei confronti dei romani.
Curioso. Se si tratta di africani, spagnoli, britannici, ecc è razzismo, mentre se si tratta dei romani, non lo è. Due pesi e due misure? Come è possibile che in ogni fumetto si insultano i romani e Roma e nessuno dice nulla, nessuno parla di razzismo, mentre se si vede una vignetta con il pirata o l’egiziano di turno ridicolizzato, si urla razzismo? Se il razzismo c’e’, e in effetti c’è, questo soprattutto è nei confronti dei romani.
Infatti, Agostino ha perfettamente ragione: asterix é un patetico tentativo dei francesi di lavare l’onta di averle sonoramente prese dai nostri avi, nel solito logorante duello tra due gloriosi Popoli europei, che dovrebbero invece sentirsi fratelli e custodi della Tradizione.
I fumetti di Asterix, di cui mia madre disegnatrice e pubblicitaria ante-litteram faceva collezione già nel 1977 e sicuramente tra i fumetti piu riusciti di sempre, sono canzonatori verso l’umanità in toto. Ogni etnia-nazionalità é sempre rappresentata con la massima ironia e un pizzico di luoghi comuni mittel-europei ed a ben guardare i personaggi di volta in volta mostra almeno 2/3 caratteristiche polari, buone e cattive, dei luoghi comuni medesimi declinate in maniera equa (c’é sempre per ogni “etnia” il mingherlino e il forzuto, il grassone, lo scaltro e lo sciocco/ubriacone). L’intelligenza di Goscinny/Uderzo era altissima e per nulla razzista a ben leggere le storie….ad esempio é ben vero che “Baba il pirata” (di colore) viene disegnato con un aspetto un pó “primordiale”….ma é altrettanto vero che é il piu intelligente della ciurma dei pirati, vicende dei quali si concludono sempre con l’affondamento e l’ultima vignetta con appunto il “Baba” che fa la faccia ironica del “l’avevo detto io..” sottolineando come i suoi compari siano molto piu stupidi di lui.
In sostanza ce n’é per tutti: dai romani indolenti e vanagloriosi agli svizzeri precisetti passando per i teutonici tonti e massicci o i fenici (attuali tunisini) untuosi e truffatori ogniuno si prende un pó di ironia fumettistica. Anche i francesi: c’é il vanesio stupido (il bardo), i due tonti irrascibili per nulla (il fabbro e il pescivendolo) piuttosto che il comandante di cartapesta (il capo-villaggio coraggioso solo in cima allo scudo e comandato dalla piccola moglie).