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Assolto Erri De Luca. Evviva, un finto martire in meno

by Adriano Scianca
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erri de lucaRoma, 19 ott – Ma ve lo immaginate Erri De Luca condannato? Riuscite a raffigurarvi quella radicata e inestirpabile antipatia, quella sedimentata supponenza addensarsi e crescere esponenzialmente, quel rigurgito di etica civile e coscienza democratica diventare valanga e travolgere tutti noi? Repubblica, Le Monde ed El Pais che fanno un’edizione speciale trilingue, MicroMega che raccoglie i fondi per le spese processuali, Lella Costa e Serena Dandini che portano nelle piazze i suoi libri recitati: l’orrore.

Un orrore che abbiamo evitato grazie al giudice che oggi ha assolto lo scrittore perché il fatto non sussiste. De Luca era accusato di istigazione a delinquere per le sue dichiarazioni pubbliche a sostegno del sabotaggio della Tav. “È stata impedita una ingiustizia, quest’aula è un avamposto sul presente prossimo”, ha detto lo scrittore dopo la sentenza (e sono parole che lasciano solo intravedere il pericolo scampato, pensate questa prosa inconcludente messa al servizio dell’autodifesa da una condanna per reati d’opinione: brrr…).

Abbiamo scampato il finto martire, quindi. Bene così, anche se sappiamo che in un caso simile ma a parti invertite lui sarebbe il primo degli aguzzini. Il Primato nazionale, del resto, pur ribadendo la “colpa ontologica” dello scrittore, si augurava già diverso tempo fa la sua assoluzione: “Per quanto sia difficile, la questione va giudicata a prescindere dall’invadente ego di lui. La questione – scrivevamo – è che se il famoso scrittore progressista viene condannato per aver detto che ‘la Tav va sabotata’, chi non è famoso né scrittore né tanto meno progressista non potrà più dire nulla”.

Ribadivamo, inoltre, che sarebbe davvero una beffa troppo grande vedere De Luca condannato per aver incitato a tagliare una rete e non – se proprio si ritiene che le parole debbano avere conseguenze penali – per aver incitato al linciaggio di un gruppo di ragazzi che tempo fa occupò un palazzo abbandonato a Napoli sfidando il patto consociativo tra amministrazioni di sinistra e ribellione ufficializzata: “Sono contrario agli sgomberi da parte delle istituzioni. È il quartiere che dovrebbe reagire alla presenza di un gruppo neofascista, ribellarsi ed espellere questo corpo estraneo che si è insediato in città”, disse all’epoca quel galantuomo di Erri De Luca. E nessuno trovò che la frase fosse indegna, pericolosa, schifosa, criminale. Se non altro oggi ci hanno risparmiato di dover apprendere che le reti dei cantieri Tav valgono meno delle vite dei militanti politici non conformi.

Adriano Scianca

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Nestor 20 Ottobre 2015 - 1:16

Ma siamo sicuri che il “grande “Erri sia progressista? A me sembra regressista…

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