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Ascoli, una nuova generazione che sfida il sistema a viso aperto

by Sergio Filacchioni
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Ascoli

Roma. 7 apr – Dopo le mobilitazioni di Verona e Milano, anche Ascoli Piceno ha visto scendere in piazza centinaia di giovani e studenti guidati dal Blocco Studentesco per ribadire un messaggio netto: no alla scuola piegata alle logiche del mercato; no alla svendita dell’istruzione pubblica; sì a un’idea di formazione radicata nell’identità, nella giustizia sociale e nella militanza.

La mobilitazione di Ascoli

La manifestazione, svoltasi lo scorso sabato in uno dei cuori pulsanti delle Marche, ha confermato la crescita costante di una gioventù che non si rassegna. Nessuna città è troppo piccola, nessun territorio è estraneo: il vento del cambiamento percorre tutta la Penisola e porta con sé delle parole d’ordine ben chiare: conquistare spazio, costruire alternativa, confliggere con il sistema. Al centro della protesta la denuncia di un processo sempre più evidente: la trasformazione della scuola in un’azienda, dove studenti e docenti sono ridotti a ingranaggi di un meccanismo produttivo, piegato alle esigenze del capitale. Dai PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) alla riforma Valditara, la traiettoria è una sola: precarizzazione, svuotamento culturale, sudditanza al mercato del lavoro. A questo modello, i giovani scesi in piazza ad Ascoli contrappongono una visione completamente diversa: una scuola che sia comunità, che educhi al senso del dovere, al pensiero critico e alla responsabilità verso la Nazione. Ma la lotta non si ferma alla teoria: i manifestanti hanno denunciato con forza il disastro dell’edilizia scolastica italiana, troppo spesso trascurata da amministrazioni locali e governi centrali, così come il costo sempre più insostenibile del materiale didattico e dei libri. Sono battaglie concrete, che parlano della vita quotidiana di migliaia di studenti e famiglie.

Una nuova generazione di sfida

Di fronte a una narrazione dominante che vorrebbe una gioventù apatica, iperconsumista e individualista, c’è chi invece sceglie la militanza, l’impegno, il conflitto. “Ogni metro quadrato che conquistiamo è uno spazio sottratto all’immobilismo e al fatalismo” – si legge nel comunicato degli organizzatori – e in queste parole risuona una verità che molti fingono di non vedere: la gioventù non può non essere rivoluzionaria. E adesso, torna a farsi sentire perchè è nella sua natura sfidare lo status quo a viso aperto: una “nuova” generazione che prenda le distanze da quelle vecchie, ma soprattutto dalle “ultime”, perchè non crede alle ricette reazionarie e alle promesse progressiste. Con bandiere, striscioni e cori, i giovani che hanno colorato di nero, bianco e rosso Ascoli Piceno hanno mandato un messaggio che va ben oltre i confini regionali: c’è vita oltre il pattume di sinistra e l’immobilismo di destra. La lotta sarà sempre una costante: nulla è più pericoloso per il sistema di una gioventù libera, inquieta e coraggiosa che si organizza e regola la propria esistenza sulle coordinate dell’agitazione e i valori della civiltà europea.

Sergio Filacchioni

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