Roma, 7 gen – Negli ultimi mesi la crisi economica che ha colpito la Tunisia ha attratto l’attenzione del governo italiano, per il ben noto rischio che molti tunisini possano arrivare con i classici “barconi” in Italia.
Alla base della crisi tunisina c’è il forte deficit della bilancia dei pagamenti causato da un consistente aumento dei prezzi di petrolio e derrate alimentari, il quale ha causato a sua volta l’esaurimento delle riserve di valuta pregiat, rendendo difficile il pagamento dei beni importati. Di solito in questi casi si chiede aiuto al Fondo Monetario ma il governo tunisino non ha accettato le richieste fatte dalla ben nota organizzazione finanziaria mondiale, questo soprattutto perché essi consistevano nell’eliminazione dei sussidi sul pane e su altri generi alimentari: in sintesi, una “strage di poveri”.
L’oro della Tunisia: il turismo
Adesso anche se i problemi rimangono, la situazione economica è leggermente migliorata grazie all’aumento del numero di turisti che hanno portato a un incremento considerevole delle entrate di valuta pregiata, permettendo così di ridurre il deficit della bilancia commerciale. Nello specifico, al 10 Dicembre del 2023, sono arrivati in Tunisia 8,8 milioni di turisti, un dato superiore allo stesso periodo del 2022 quando il numero di turisti e’ stato di 8,7 milioni e c’e’ la possibilita’ che alla fine del 2023 il numero di turisti possa arrivare a 9,6 milioni.
Le entrate
Questo afflusso di turisti ha portato entrate pari a 2 miliardi di euro, un’importante boccata d’ossigeno per questo paese che è a corto di liquidità, senza considerare gli effetti benefici sull’economia, visto che il turismo rappresenta il 9% del Pil della Tunisia e crea centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Un dato interessante riguarda la provenienza dei turisti, che al contrario di quanto si pensi non è solo europea ma proviene anche da diversi paesi africani, tant’e’ che il numero più alto di visitatori proviene dall’Algeria con 2,7 milioni di persone, seguito dalla Libia con 2,1 milioni mentre i francesi sono stati 974mila, a dimostrazione che sta nascendo un mercato turistico nordafricano: un dato che avrà importanti conseguenze, visto che in caso di calo di turisti dall’Europa l’industria turistica tunisina potrà contare sull’arrivo di visitatori nordafricani e magari anche di altri provenienti dall’Africa subsahariana.
Giuseppe De Santis