Roma, 8 gen – La “locomotiva tedesca” non è così “locomotiva” come si pensa. Lo dimostrebbero i dati sulla precarietà, senza contare nemmeno troppo quelli macroeconomici recenti, ma in questo caso, il disagio viene sconvolto dal fatto che le regole austere, alla lunga e perdonateci il linguaggio non proprio forbito, rompano le scatole a tutti. In questo caso, rompono le scatole agli agricoltori tedeschi che, da ore e con previsione di continuare a “rompere” almeno fino a metà gennaio, protestano. E invadono le strade della capitale, come riporta anche Agenzia Nova.
La protesta degli agricoltori in Germania
In Germania il governo di Olaf Scholz non vive sonni tranquilli, nonostante la parziale marcia indietro sull’esenzione del bollo auto e le sovvenzioni per il diesel a favore dei mezzi degli agricoltori. Ma non basta, perché il quadro generale resta drammatico, visto che gli stessi sgravi verranno cancellati, gradualmente e inesorabilmente, fino al 2026. Insomma, il futuro è fosco, gli agricoltori lo sanno, fanno i loro conti e – naturalmente – protestano. “L’agricoltura non si tocca”, sembra essere il motto dei manifestanti. L’alternartiva è – banalmente – la morte. E allora la protesta si radicalizza, si intensifica e si incarognisce. Il partito dei nazionalconservatori Alternativa per la Germania (Afd), non può che cavalcarla, insieme a Terza Via e ad altre foze di opposizione.
La “locomotiva tedesca”…alla lunga paga dazio
Perfino la splendida e incontestabile “locomotiva tedesca” non riesce a sfuggire completamente alle politiche assassine dell’austerità e dei tagli. Magari la questione è stata tenuta “sotto banco” dal lordo che la Germania è riuscita a guadagnare in vent’anni di euro, dai livelli oggettivamente alti di occupazione e da tanti indicatori macroeconomici che però non possono nascondere, nel lungo periodo, l’esistenza di un mercato del lavoro, lì come qui o da qualunque altra parte dell’ordoliberita Unione europea, precario.
Aurelio Del Monte