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Altro che guerra alla Russia, la Francia che bastona Macron vuole la quiete

by Stelio Fergola
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macron le pen

Roma, 14 giu – Russia da combattere “anche no”, riflettendo meglio sulla batosta che la Francia rifila ad Emmanuel Macron alle elezioni europee contro una strabordante Marie Le Pen che supera il 32% dei consensi. Un fatto che non può non produrre una riflessione. Per qualcuno era un’ovvietà, per molti un fattore difficile da comprendere: non solo nessuno dei Paesi europei è pronto per una guerra vera, ma nessuno realmente sembra desiderare di andare veramente verso un folle scontro con la Russia (tranne alcune eccezioni che menzioneremo).n

Tutto ciò non significa, e va precisato in partenza, che uno scontro non potrà mai esserci, anzi, la situazione internazionale resta delicatissima, con l’incancrenirsi della guerra ucraina, la quale altro non mostra se non l’impossibilità di competere con Mosca, generando proprio quella “tensione occidentale” che non potendo accettare una sconfitta continua a sovvenzionare Kiev ma  – più pericolosamente – a sostenere l’idea di inviare soldati propri sul territorio per contrastare l’esercito del Cremlino. Diciamo che i presupposti “culturali” per un’adesione di massa sono però estremamente mediocri, e non solo oltralpe.

Guerra alla Russia? Figuriamoci: la Francia bastona Macron per l’esatto opposto

Russia da abbattere anche no, per la Francia che bastona Macron ma anche per l’Europa stessa. Non esiste una popolazione europea veramente votata culturalmente allo scontro, ad eccezione di quella polacca. O, per andare ancora di più “all’interno” dell’ex impero sovietico, tra i paesi baltici.

Ma l’inquilino dell’Eliseo risiede decisamente più “ad Ovest”, sull’Oceano Atlantico oltre che sul Mediterraneo, e dopo le roboanti dichiarazioni belliche contro Mosca, il dubbio che non sia stato percepito benissimo dai francesi diviene quanto meno legittimo. La cui grandeur è sempre più dialettica e meno sostanziale. Del resto, lo stesso Macron era parzialmente tornato indietro, inviando rappresentanti francesi alla parata del 9 maggio di Mosca. Tanto fumo e niente arrosto, come da tradizione.  Ciò non toglie che i galletti delle urne si siano indirizzati verso una strada opposta a quella dell’attuale presidente. Se non sostanziale, per lo meno percepita. Perché la differenza tra percezione e realtà, sui temi incontestabili del sistema occidentale ed europeista, è fondamentale da tenere a mente.

Percerzione e non necessariamente realtà

Va ricordato per amore di verità come la stessa Le Pen, sul tema della Nato come dell’anti-russismo, cincischi un po’. Faccia cioè fatica a tenere una linea inflessibile. A marzo il leader del Rassemblement National sembrava aver sposato in pieno “l’anti russismo da copione” di tutti gli altri politici occidentali. Poi però, nella campagna elettorale precedente al voto della scorsa settimana, aveva rimarcato in diverse occasioni la bellicosità del presidente francese, il quale a suo giudizio “vuole che la Francia entri in guerra”, riferendosi alle ben note dichiarazioni dell’inquilino dell’Eliseo, per poi sottolineare quanto si ritenesse “contraria”, concludendo così: “Credo che questo crei un grande rischio per la sicurezza dei nostri cittadini”.

Il tema è molto delicato, come è ovvio che sia. Nessun politico europeo-occidentale, specialmente se di governo, si schiera realmente contro il padrone americano ma ne asseconda sostanzialmente le richieste e gli appetiti geopolitici. La Le Pen, ovviamente, non fa eccezione. Ciò nonostante, che sia percepita dalla massa dei cittadini francesi in senso diametralmente opposto a Macron è ciò che ci interessa: anche questo spiega, probabilmente, il suo trionfo.

Stelio Fergola

 

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