Roma, 28 mar – Che dire, davvero un grande successo gli “aiuti” ad Alitalia da parte dell’Ue. Un così grande successo che ora da Bruxelles ci chiedono i soldi indietro con gli interessi, come riporta il Sole 24 Ore, per una compagnia che non esiste più.
Alitalia, gli “aiuti” dell’Ue che ora chiede il conto (ed è salato)
Alitalia sprofondava anno dopo anno e l’Ue si era “offerta” di aiutarla. A caro prezzo, come da tradizione. Così la Commissione europea non fa sconti e chiede indietro il prestito ponte da 400 milioni di euro concesso alla morente compagnia di bandiera italiana nel 2019. “Un aiuto di Stato illegale”, dicono da Bruxelles. Non conforme alle norme comunitarie. Da restituire tutto, ovviamente con gli interessi. Sempre secondo la Commissione, l’aiuto non poteva essere approvato “di salvataggio”. Alitalia, peraltro aveva già beneficiato di altri due aiuti – leggari ancora prestiti, quindi vincolanti – nel 2017.
Prestiti, vincoli e incatenamenti: una tradizione florida
Finire nel vortice dei prestiti non è mai una buona idea, specialmente se prendiamo in considerazione le evoluzioni del sistema economico europeo degli ultimi trent’anni. La cosa inquietante, in questo caso, è il flop assoluto. Alitalia non esiste più, e non solo: non esisterà a breve neanche una compagnia di bandiera italiana. Intanto però, i 400 milioni di euro con interessi da restituire pesano sulle nostre tasche. Come se non bastasse tutto il resto, dal debito pubblico in costante peggioramento alla dipendenza economica che impedisce allo stesso Stato italiano di fare più o meno qualsiasi cosa, inclusi investimenti elementari come quelli sulle infrastrutture o sul mantenimento di un edificio pubblico di interesse collettivo e fondamentale come la Sanità (per citarne solo due a caso, perché la lista è davvero infinita). In un contesto così disastroso, certamente, i centinaia di milioni che ci vengono chiesti da Bruxelles appaiono quasi “spiccioli”. Il che dà una dimensione della gravità della situazione.
Stelio Fergola