Roma, 13 ago – Era il 7 novembre scorso quando tra discorsi, commozione e taglio del nastro, il sindaco di Roma Virginia Raggi e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede inauguravano il “Giardino della Giustizia”. Un tributo ai 27 magistrati assassinati dalla mafia e dalla criminalità, un parco con 27 querce oggi ridotto ad un deserto di degrado, sterpaglie e alberi secchi. Questa la realtà raccontata in un servizio dal Corriere della Sera, che ha fotografato la situazione del giardino in viale Luigi Schiavonetti alla Romanina. A 9 mesi di distanza dall’inaugurazione in pompa magna.
L’inaugurazione il 7 novembre scorso
“Questo è un segno tangibile dello Stato che ricomincia a fare lo Stato”, prometteva Virginia Raggi nel suo discorso del 7 novembre scorso, tra gli applausi e la commozione dei presenti. Dopo aver cantato tutti insieme l’Inno d’Italia, la Raggi aveva letto l’elenco dei 27 magistrati uccisi da mafia e criminalità, spiegando come le querce rappresentassero “un tributo che vogliamo dare a questi uomini” che ci hanno insegnato a “non abbassare lo sguardo davanti alla criminalità”. Il primo cittadino aveva anche annunciato “presto sarà realizzata anche un’aerea ludica e l’illuminazione del parco“.
E invece il degrado che avvolge la Capitale non ha risparmiato nemmeno il Giardino della Giustizia, divenuto oggi un oltraggio alla memoria di quei magistrati uccisi dalla mafia. Tra le sterpaglie e gli alberi essiccati, per leggere i nomi dei vari Giovanni Falcone, Paolo Borsellino o Antonio Scopelliti bisogna spostare le foglie dalle targhe. Un progetto valido naufragato così, tra abbandono e menefreghismo delle istituzioni.
La presa in giro ai cittadini della Romanina
Un ulteriore oltraggio ad un quartiere difficile e periferico come quello della Romanina, che nelle parole pronunciate mesi fa dalla Raggi, sembrava dover guardare a questo progetto come ad un’opera in grado di dare speranza per un futuro riscatto: “Abbiamo pensato il Giardino proprio per il quartiere della Romanina, già citato dalle cronache per episodi di violenza e abusi, per ribadire che insieme alle autorità giudiziarie non abbassiamo lo sguardo”. Parole, pronunciate davanti a scolaresche e cittadini, che oggi suonano come una beffa.
Davide Di Stefano
6 comments
[…] Alberi secchi e abbandonati. Il “Giardino della giustizia” della Raggi è ridotto così proviene da Il Primato […]
Incominciavo a preoccuparmi , per tre giorni non avete pubblicato niente ecco che finalmente puntuali siete arrivati
Questo è il monumento all’insipienza della incapacità,inidoneità, inazione,improvvisazione di questa donna saccente ,arrogante e presuntuosa.
Ma sicuramente saranno pure questi alberi fascisti, non perché li ha fatti piantare il Grande DVCEa perché un paio di quei giardinieri sono di destra,e quindi è giusto farli seccare.a non capisco una cosa ; un ministro si può sfiduciare ma un sindaco così incompatibile e incompetente con la città di Roma perché non si può cacciare a calci nel sedere?
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..tipico dei 5 s….sono pieni di aria, incapaci di concretezza … insipienti…inutili..