Roma, 6 mar – No, “Achille trans” non è una gag, ma una solida realtà, per citare una pubblicità molto famosa. Del resto, “solida” non vuol dire “concepibile” o anche solo razionale, ma solo consistente e, in questo caso, ovviamente pericolosissima. Anzitutto per la cultura e per l’intelligenza umane. Poi per il dramma pedagogico che, come sempre, da sponda Lgbt si promuove senza alcuna pietà alle nuove generazioni.
Achille trans, il seminario alla Normale di Pisa
Non soltanto una semplice conferenza, non la presentazione di un libro (che già sarebbero dimostrazioni di declino, ma non è quello il punto in questo caso), ma addirittura un seminario universitario. Achille trans, che chiamiamo così per brevità, è in realtà il titolo di un seminario organizzato dall’Università Normale Superiore di Pisa, il cui titolo è abbastanza chiaro: “Il genere di Achille. Una prospettiva trans e queer sull’Iliade”, come riportato anche dall’edizione di Libero odierna, quasi “sbeffeggiata” da quei simpaticoni di Open. Manco a dirlo, la conduzione viene dall’anglofera, per la precisione da Oxford. A tenere il seminario due giorni fa tale Mar Rodda, il quale ieri ha deciso di infierire e di parlare, sempre agli studenti, di “Falli lunghi, oratori pelosi, e dei incinti”. Una vera meraviglia.
Danni attuali e generazionali
Il primo danno è ovviamente culturale, come si diceva nell’introduzione. Secmplicemente si portano le future generazioni a non conoscere i classici. Il secondo è drammaticamente generazionale, come del resto l’universo Lgbt ambisce a realizzare ormai da decenni. La gravità di un evento del genere organizzato addirittura a livello universitario si commenta da solo. L’arcobaleno non si limita ad urlare nelle piazze, ma dove si formano le giovani menti. Con tutto ciò che comporta già oggi e che provocherà in futuro. L’Achille trans potrebbe essere solo il principio.
Alberto Celletti