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Accise record sui carburanti: in sei anni sono cresciute di quasi il 50%

by Filippo Burla
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carburanti acciseRoma, 2 feb – Gli automobilisti? Sono in bancomat preferito dal governo, che dal 2011 – con la ‘stagione’ dell’austerity inaugurata dal governo Monti – ad oggi ha pescato nelle tasche dei contribuenti senza lesinare nell’aggiungere sempre nuove accise su accise, facendo lievitare i prezzi alla pompa fino a livelli da rapina fiscale. E intanto si preparano, per rispondere ai diktat europei, nuove limature all’insù con l’obiettivo di raccattare qualche altro centinaio di milioni di euro in modo da far quadrare i conti.

A denunciare l’insostenibile situazione è la Cgia di Mestre, che si dichiara fermamente contraria all’ipotesi di ulteriori accise. “Dal 2011 ad oggi ci sono stati 7 rincari che hanno fatto impennare del 29 per cento le accise sulla benzina e addirittura del 46 per cento per quelle applicate sul gasolio da autotrazione”, denunciano gli artigiani mestrini. “Attualmente – si osserva – a causa del peso delle accise, ogni qual volta ci rechiamo presso un’ area di servizio versiamo al fisco 0,728 euro ogni litro di benzina e 0,617 euro ogni litro di gasolio”.

Il risultato? Uno squilibrio che danneggia seriamente l’Italia rispetto alle altre nazioni europee: “Nell’ultima rilevazione del 23 gennaio scorso, il prezzo al litro del gasolio per autotrazione ha toccato i 1,397 euro (con un’incidenza della tassazione del 62,2 per cento), tutti gli altri paesi dell’area euro presentano dei prezzi nettamente inferiori ai nostri“, continua la Cgia. “Rispetto ai principali paesi Ue e di quelli che confinano con noi – conclude la nota – il pieno di gasolio costa agli italiani il 10,6% in più rispetto dei francesi, il +17,4% degli sloveni, il +17,5% dei tedeschi, il +24,2% degli austriaci e il +24,3% degli spagnoli”.

Filippo Burla

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2 comments

nemesi 3 Febbraio 2017 - 4:26

Alla base degli aumenti un dato di fatto operativo: niiente è gratis, tutto ha un prezzo e non esiste alcun “diritto” che in una società non abbia un costo che da qualche parte debba essere poi recuperato…

a meno di non essere come qual “pensatore” della sinistra (Tomasi,Tomasin o come diavolo si chiama) che ha sostenuto
-in un italiano abbastanza sgangherato peraltro- quanto segue:

“i diritti sono come una raggio di sole se io mi abbronzo a te non rubo niente” (sic)

A questo punto non rimane che andare tutti ad “abbronzarsi” nel parcheggio di qualche autogrill,magari vicino alle pompe di benzina.

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Ugo 3 Febbraio 2017 - 7:08

Chi può, fa bene a non acquistare carburanti per uso non strettamente indispensabile (strettamente, si noti, e indispensabile. Chi può, fa ancora meglio a liberarsi completamente dell’auto. Parsimonia e la frugalità siano l’arpione che contribuisce ad abbattere la bestia che ci artiglia le budella. Per indebolire il vampiro occorre negargli il sangue.

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