Roma, 13 mag – Sui massacri a Gaza anche Antony Blinken è costretto a fare dichiarazioni “sorprendenti”. Non tanto per il contenuto, sia chiaro, ma per la provenienza. Perché che sulla striscia vengano uccisi più civili che terroristi, come lo stesso segretario di Stato americano ammette, non è certo una novità ed è stato evidente fin dalle prime fasi del conflitto.
“Gaza, più civili uccisi che terroristi”: Blinken costretto ad ammettere un’ovvietà
Ecco le parole del segretario così come riportate su Tgcom24: “A Gaza sono stati uccisi più civili che terroristi e c’è un divario fra le intenzioni di Israele e i risultati in termini di protezione dei civili”. Dal canto suo, Hamas ricorda il bilancio: “Dall’inizio dell’offensiva più di 35mila morti”. E nel frattempo l’esercito israeliano stringe le operazioni su Rafah. Ma il portavoce dell’Idf in un video-messaggio insiste nella narrazione ufficiale, affermando che l’avanzata procede per “sconfiggere Hamas e riportare a casa tutti gli ostaggi”.
Un trend che non è mai cambiato
Non ci voleva certamente un genio per giungere alle “brillantissime” considerazioni di Blinken. Fin dal principio, i numeri delle vittime poco coincidevano con la qualifica – tutta statunitense – di “terroristi di Hamas” da distruggere. Ribadendo sempre la storiella di non avercela con il popolo palestinese, ovvero la tiritera costante di Benjamin Netanyahu e dei suoi, poco attinente con la realtà da qualsiasi lato la si guardi.