Arco (Tn), 26 mag – Quando un consigliere di sinistra come Tommaso Ulivieri, uno di quelli della sinistra vera, sanguigna, uno di quelli che sogna da una vita di imitare Mario Brega urlando “So’ comunista così!”, uno di quelli che come qualifica sui giornali utilizza “esponente della Sinistra altogardesana, di Rifondazione, di Anpi, di Arci e di realtà che tengono alta l’attenzione sul fenomeno del neofascismo“, uno di quelli che trova così divertente mettere sull’albero di Natale il puntale con la faccia e il martello da usarlo come foto profilo Twitter, uno di quelli che odia così tanto questo sistema scolastico nozionistico da scrivere “\\” alla voce “Capacità nell’uso delle tecnologie e delle lingue” del suo curriculum come consigliere… Insomma, quando uno così siede nel consiglio comunale di Arco, città trentina di 20.000 abitanti, cosa può fare? Occuparsi di lavoro? Roba vecchia. Della centralizzazione dei servizi sanitari in Trentino? Sì però.. Immigrazione? Ecco, già meglio. Però ci vuol qualcosa di più, qualcosa di rivoluzionario.
E ci sembra di vedere Baffone che gli appare in sogno e gli porge la pergamena in cirillico con il documento che gli garantirà l’immortalità: “Mozione per la promozione della pace attraverso patti di amicizia e solidarietà, gemellaggi, corridoi umanitari per i popoli oppressi della Mesopotamia” (scaricabile qui). Già il titolo è roba da Quinta Internazionale, ma lo svolgimento è fantastico.
Ulivieri invita quindi il comune di Arco a:
- Proclamare un patto di “amicizia e solidarietà” con centri e comunità del Sistema Federale Democratico della Siria del Nord (noto come Rojava);
- Istituire un “Gruppo di lavoro e studio” a riguardo. Componenti? “Il primo firmatario della presente mozione”… Cioè lui stesso. Una sorta di “If I can’t have a poltrona, I don’t want to be part of your revolution”;
- Chiedere la liberazione di Abduhallah Ocalan;
- Garantisre l’avvio di un processo di pace tra governo turco e PKK.
Ora, tutto potrebbe ridursi alla solita “passione” di molti esponenti politici locali nell’intervenire in questioni di geopolitica che esulano dai loro compiti in maniera piuttosto ovvia. In realtà la cosa ha risvolti piuttosti inquietanti. La prima riguarda il PKK e Ocalana. Come già fatto notare dal senatore Mauro Ottobre il documento dimentica “di citare un fatto estremamente rilevante, che porrebbe il Comune di Arco in grande imbarazzo: ovvero che il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan), la formazione curda elogiata da Ulivieri per meri motivi ideologici, è classificata ufficialmente come organizzazione terroristica, oltre che dalla Turchia, anche dalla NATO, dagli Stati uniti, dal Canada e dall’Unione Europea“. Non propriamente dei fan di Gandhi. E pure il “Sistema Federale Democratico della Siria del Nord” non è esattamente il paradiso pacifista in terra che Ulivieri dipinge. Anzi, ci sono diversi componenti di gruppi antagonisti italiani che forniscono foreign fighters alle formazioni combattenti locali e si fanno immortalare con fucili d’assalto e bandiere “Azione Antifascista” ritornando poi in Italia con una formazione militare riguardo armi ed esplosivi.
Insomma, più che un “laboratorio di pace” la situazione è vero e proprio campo di battaglia piuttosto ideologizzato. Dove ognuno può liberamente scegliere il proprio schieramento, ci mancherebbe, ma almeno non facciamolo passare per la valle dei Teletubbies che salutano felici perchè francamente è ridicoloi.
Stefano Casagrande