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Cara Boldrini, non “rosicare” per i saluti romani: l’autogol l’avete fatto voi

by Adriano Scianca
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Roma, 1 mag – “Lo Stato non si fa deridere dai nostalgici”, ha tuonato Laura Boldrini, “rosicando” visibilmente per la commemorazione dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana sepolti a Campo X al Cimitero Maggiore organizzata, congiuntamente, da Lealtà Azione e CasaPound Italia. Come noto, la celebrazione dei caduti della Rsi avrebbe dovuto svolgersi il 25 aprile. In seguito allo stop del prefetto, tuttavia, è stata spostata a sorpresa al 29, nella giornata poi terminata con il Presente per Sergio Ramelli, Carlo Borsani ed Enrico Pedenovi. Insomma, nel tentativo di bloccare autoritariamente una commemorazione tutto sommato discreta e raccolta, le autorità ne hanno avuta una oceanica. L’ennesima prova che gli irrigidimenti talebani non funzionano mai.

Ora la Boldrini, ma anche Sala, il Pd e chi più ne ha più ne metta, chiedono punizioni esemplari. Quando si dice non capire la lezione… Proprio a Milano, peraltro, è proprio in relazione a quanto accaduto in occasione di un’altra commemorazione per Ramelli, due militanti di CasaPound erano stati assolti dall’accusa di apologia di fascismo. I giudici, citando alcune sentenze della Corte Costituzionale, avevano ricordato che penalmente rilevanti sono quelle manifestazioni in cui i “gesti di richiamo all’ideologia fascista siano svolti in occasione di una riunione pubblica” e “che vi sia il dolo, anche generico, di volere diffondere ideologia”, con atteggiamenti “tali da porre in pericolo l’ordine democratico”. Insomma, il saluto romano non è reato se lo si fa per commemorare i morti. Sarebbe assai curioso se la Procura di Milano contraddicesse se stessa in maniera tanto plateale.

Ma, al di là del ragionamento in punta di diritto, c’è una questione tutta politica con cui fare i conti: è il fallimento e l’inutilità di un antifascismo dogmatico fuori tempo massimo. Il mondo in cui vivono la Boldrini, Fiano e pochi altri pasdaran dell’antifascismo è un mondo parallelo, ben distante dalla realtà quotidiana della gran parte degli italiani. I quali magari non sono tutti fascisti, ma certamente fanno fatica a vedere delle priorità per il Paese nella lotta al vino del Duce, ai saluti romani, all’obelisco Dvx, alle pagine fasciste su facebook etc. Questi giri di vite non appartengono alla nostra cultura, non sono sentite, non hanno alcuna reale legittimazione popolare. Oltre a essere controproducenti politicamente, dato che cementano e fomentano gli ambienti che vorrebbero colpire. Insomma, un disastro su tutta la linea.

Adriano Scianca

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