Roma, 28 dic – Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) viene formalizzato nel 2002, con la pubblicazione della legge n.189/2002. La nascita del modello SPRAR è avvenuta in seguito alle “esperienze di accoglienza decentrata e in rete, realizzate tra il 1999 e il 2000 da associazioni e organizzazioni non governative” che nel 2001 si impegnarono nel sostenere il protocollo d’intesa per la realizzazione di un “Programma nazionale asilo” siglato poi da “il Ministero dell’Interno Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR)”.
Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati è composto dalla rete degli enti locali (principalmente comuni) che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata (vitto, alloggio, istruzione, formazione, accesso sanità) accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo (FNPSA). A loro volta tramite la rete degli “enti attuatori”, gli enti locali affidano la gestione dell’accoglienza al terzo settore (ONG, associazioni, coop, Caritas), che quindi diventa beneficiario ultimo dei 35 euro al giorno (abbassati ora a 19 con la legge Salvini) destinati ad ogni singolo immigrato (il costo sale in caso di minore non accompagnato). Questo passaggio di fondi pubblici viene definito “governance multilivello”.
Come riportato nel comunicato stampa della Corte dei Conti del 21 marzo 2018, “per l’accoglienza degli immigrati sul territorio italiano, nel 2016, il Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo, gestito dal Ministero dell’Interno, senza includere i costi ‘indiretti’, ha registrato impegni finanziari per complessivi 1,7 miliardi di euro”. Ovvero questi sono i fondi che sono passati dalla disponibilità del Ministero, transitati attraverso gli enti locali, e finiti nelle tasche dei privati del terzo settore che si sono occupati di accoglienza degli immigrati. E questi sono soltanto i costi diretti.
Non a caso, l’ex viceministro degli Esteri, nonché responsabile delle relazioni internazionali della Comunità di Sant’Egidio, Mario Giro, confessò durante un’intervista rilasciata alla sottoscritta che, grazie all’immigrazione di massa, era nato un “nuovo settore produttivo” in Italia. Il Documento di economia e finanza, approvato dall’uscente Governo Gentiloni il 26 aprile del 2018, ha stanziato 5 miliardi di euro per fronteggiare la gestione del flusso migratorio, mentre nel 2017 sono stati spesi 4,3 miliardi di euro in costi direttamente attribuibili agli immigrati con un contributo dell’Unione Europea pari a 91 milioni di euro.
Dal 2014 al dicembre 2018, per affrontare i continui sbarchi in Italia, la UE ha erogato all’Italia soltanto 359,6 milioni di euro, dei quali 190 milioni di euro per l’accoglienza degli immigrati e 169,6 milioni per i dispositivi riguardanti la sicurezza interna del Paese.
I progetti di accoglienza degli enti locali in partnership con il terzo settore, presentati attraverso appositi bandi, sono sottoposti all’esame di una Commissione di valutazione composta da rappresentanti del ministero dell’Interno, da un rappresentante dell’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), da un rappresentante dell’Unione delle province d’Italia (UPI), da un rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ed un rappresentante delle Regioni. Non sono chiari i motivi della presenza in Commissione di un membro di un’organizzazione sovranazionale come UNHCR, chiaramente vicina, e non solo ideologicamente, a molte delle organizzazioni non governative e delle associazioni che partecipano in qualità di “ente attuatore” al bando.
Pure nelle Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, deputate all’esame delle domande dei richiedenti asilo, è presente un soggetto designato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Inoltre, le interviste agli immigrati, che saranno poi discriminanti in merito alla decisione della Commissione, sono preparate dallo staff UNHCR. Torniamo al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati. Basta visionare l’Atlante SPRAR 2017, per mettere in luce quanto il modello della cosiddetta accoglienza diffusa sia stato fallimentare e immotivatamente oneroso per i contribuenti italiani.
I comuni e gli altri enti locali (province, unioni di comuni o altre aggregazioni) coinvolti nella rete SPRAR nel 2017, sono stati 1.549, mentre gli enti attuatori (ONG, associazioni, coop) “coinvolti nell’attuazione delle progettualità SPRAR, singolarmente o in partenariato, sono stati 969”. La regione italiana, con più progetti di accoglienza attivi a giugno 2018, è la Calabria dell’acclamato ma indagato “modello Riace” (165 posti accoglienza SPRAR nel solo piccolo comune che equivalgono a 2,1 milioni di euro all’anno), seguita dalla Sicilia e dalla Puglia.
Nel 2017 sono state 36.995 persone entrate nella rete dell’accoglienza SPRAR, delle quali l’89,7 per cento immigranti definiti “ordinari”, l’8,3 per cento minori migranti non accompagnati (che spesso, in seguito a verifiche, si sono scoperti essere maggiorenni), e il 2 per cento immigrati disabili o con disagio mentale.
La nazionalità dei beneficiari del sistema di accoglienza diffusa comprova ulteriormente che gli immigrati sbarcati in Italia nel 2017, come negli anni precedenti, sono stati principalmente migranti economici, che coscientemente hanno pagato i trafficanti di esseri umani per cercar fortuna in Europa.
Il genere e la fascia di età degli immigrati accolti nelle rete SPRAR confermano un altro dato: la maggioranza delle persone arrivate in Italia dalla rotta libica sono maschi (84,8 per cento) di età compresa tra i 18 e i 35 anni (79,9 per cento).
Un altro dato pubblicato dall’Atlante SPRAR 2017 è un pericoloso segnale d’allarme: l’82,8 per cento degli immigranti accolti nel circuito dell’accoglienza è singolo, ovvero è arrivato senza partner o il proprio nucleo familiare.
Ovviamente questi dati sono preoccupanti e senz’altro non possono che essere associati al deciso aumento delle violenze sessuali commesse dagli stranieri in Italia che rappresentano il 42,2 per cento del totale (dati Viminale primi 9 mesi del 2018), ovvero quasi quattro punti percentuali in più rispetto al 2017. Il Decreto Sicurezza voluto da Salvini si applica nelle percentuali in merito al permesso di soggiorno ottenuto dagli immigrati accolti nella rete SPRAR.
Il 12 per cento è rappresentato dai rifugiati, il 14 per cento dai beneficiari di protezione sussidiaria e l’1,9 per cento dai minori migranti. Questo comporta che, in seguito all’entrata in vigore della suddetta legge e mantenendo come esempio i dati del 2017, solo il 27,9 per cento degli immigrati continuerebbero ad essere accolti dalle note coop, associazioni e ONG. Infatti il decreto Salvini ha praticamente eliminato la protezione umanitaria (se non in rarissimi casi definiti “speciali”) e ha stabilito che la rete SPRAR sarà limitata solo a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati, ovvero non ai richiedenti asilo che attenderanno l’esito della domanda nei Centri di accoglienza straordinari e nei Cara.
Una vera sciagura per il settore privato dell’accoglienza degli immigrati, che dirà addio al 72,1 per cento dei clienti, senza contare poi l’annunciata diminuzione della diaria di 35 euro al giorno. L’Atlante SPRAR parla anche dei titoli di studio degli immigrati accolti nel 2017: il 13 per cento non hanno ottenuto nessun titolo di studio nel proprio Paese di origine, il 36 per cento ha frequentato le scuole elementari e il 25 per cento le medie. Quindi il 74 per cento non ha evidentemente nessuna qualifica professionale.
Questo ci porta direttamente alla maggiore criticità riscontrata dagli operatori che lavorano nell’accoglienza privata, ovvero la “precarietà lavorativa” dei beneficiari SPRAR. Evidentemente, una nazione come l’Italia con un tasso di disoccupazione intorno al 10 per cento (disoccupazione giovanile al 31,6 per cento), non è riuscito ad assorbire un così alto flusso di immigrati arrivati in un breve lasso temporale, oltretutto senza qualifiche e formazione.
Fortunatamente, per le tasche dei tartassati contribuenti italiani che hanno finanziato il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, gli sbarchi sono fortemente diminuiti passando dai 118.935 immigrati del 2017 ai 23.210 del 2018.
Con i provvedimenti del governo è stata eliminata l’anomalia italiana della protezione umanitaria riportando la prima accoglienza nelle mani dello Stato, scongiurando così la continua emorragia di fondi pubblici, troppo spesso destinati al mantenimento di immigrati senza alcun requisito per le protezioni internazionali (i dinieghi nel novembre 2018 si sono attestati all’80 per cento, mentre prima erano in media del 60 per cento).
Francesca Totolo
8 comments
Salvini.e.di.maio.siete.due.santi.caduto.dal.celo.via.i.parassiti.dal.italia.che.si.vanno.a.imparare.un.mestiere.noi.i.taliani.la.guerra.la.facciamo.tutti.per.andare.avnti.
Hanno convinto milioni di persone subdolamente,che sia normale per uno Stato,spendere soldi dei propri cittadini,per operazioni che solo un privato,nella sua liberalità può fare,che sia normale che gente straniera passi i confini di una nazione sovrana,pretendendo diritti che appartengono ai cittadini di quella nazione.Che sia normale per una nazione sovrana avere una marea di dipendenti di associazioni internazionali che la controllano e la sanzionano.
C’è però da dire anche che questo nuovo Governo M5S-Lega avendo firmato il “Global Compact” per i rifugiati non potrà mai più rimpatriare nessun rifugiato di nessun tipo una volta che nel suo paese d’origine non c’è più nessun pericolo perché secondo questo nuovo accordo sovranazionale il rimpatrio potrà avvenire solo ed esclusivamente su richiesta espressa del paese d’origine del rifugiato in questione, cosa ovviamente che non avverrà mai!!
Quindi logicamente di conseguenza la promessa di Salvini in campagna elettorale di rimpatriare nei loro paesi d’origine tutti gli altri extracomunitari irregolari in Italia dove rimane scritta?
Risposta:
nel ghiaccio!!
In conclusione e in breve, l’articolo della Francesca Totolo è di buona qualità come al solito, il Governo M5S-Lega avrebbe potuto fare molto ma molto di più sui rimpatri ma non l’ha voluto fare, ma bisogna riconoscere che ha voluto stroncare il flusso continuo di irregolari extracomunitari che sbarcavano in Italia, non è poco ma neanche tanto.
Cordiali saluti
TheTruthSeeker
Correzione.
Non:
“In conclusione e in breve, l’articolo della Francesca Totolo è di buona qualità come al solito…”
Ma:
“In conclusione e in breve, l’articolo della Francesca Totolo è di ottima qualità come al solito…”
Domanda per la Signora Francesca Totolo:
a quando un suo libro?
Cordiali saluti.
TheTruthSeeker
NB alcuni suoi articoli sono stati a dir poco eccellenti, si vede che è una persona molta seria e competente e chi la critica o è un ignorantone oppure in palese malafede o una combinazione delle due cose.
I negracci ripugnanti che manifestano contro Salvini????? A quando bastone bastone bastone contro questi ributtanti invasori parassiti e portatori solo di scabbia, insicurezza, paura e degrado? Ovviamente il bastone deve essere solo l’ aperitivo…..
[…] al terzo settore (Ong, associazioni, cooperative, Caritas etc.), che di conseguenza diventava beneficiario ultimo dei famosi 35 euro al giorno (poi abbassati a 19 con la legge Salvini) destinati ad ogni singolo immigrato (il costo saliva in caso di minore non […]
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