Roma, 12 dic – Siamo ormai quasi abituati, se non ancora del tutto assuefatti, ai viaggi di Matteo Salvini all’estero. E questo perché, se in parte riservano delle sorprese, non sempre sono del tutto inaspettate. Qualcuno potrebbe obiettare, certamente non a torto, che sotto questo punto di vista il nostro ministro dell’Interno è alquanto sui generis. Passino le rassegne ai saloni internazionali per la sicurezza, agli incontri con gli analoghi colleghi di altre nazionalità ma le ultime affermazioni durante il viaggio in Israele lasciano alquanto perplessi. Evidentemente già si accredita da premier. Queste affermazioni, infatti, non solo sono prive di fondamento, ma sbilanciano gravemente la pur sempre equilibrata (e per questo in fin dei conti apprezzata) posizione dell’Italia in uno scenario già di per sé delicatissimo quale è quello appunto medio orientale o, per dirla con italica consapevolezza, del Vicino oriente.
Le dichiarazioni del ministro Salvini sono molto più che un endorsement allo stato d’Israele, ma una pericolosa intromissione nella diplomazia estera italiana, che, seppur non immune agli scossoni dovuti alla sbandata, per non dire ignorante, classe politica nostrana, ha saputo tenere in piedi equilibri importanti, non solo nell’interesse nazionale, ma anche per la pace, lo sviluppo e la prosperità di nazioni fragili e con rapporti antichissimi con l’Italia: pensiamo appunto al Libano. Non entrerò nell’analisi politica dell’innamoramento per lo stato di Israele, trovo fin troppe affinità, spiegazioni e correlazioni con il corteggiamento per il Qatar e in genere per le monarchie del Golfo, ma accusare il movimento libanese Hezbollah di “terrorismo islamico” non è solo, a prescindere da come la si pensi su Israele, una pesante azione politica, mi auguro a questo punto basata su consapevolezza, ma soprattutto una bestialità e una grande falsità storica.
Nel primo caso basterebbe ricordare i grandi interessi italiani in Libano, a cominciare dalla presenza fisica di oltre mille soldati italiani (prima di parlare bisognerebbe chiedersi perché proprio gli italiani riescano a tenere uno dei fronti più caldi al mondo…) che vivono nella linea di demarcazione tra Libano ed Israele, la cosiddetta “Blue Line”, quella sotto la quale i “terroristi” di Hezbollah scavano i tunnel per attaccare Israele (a questo punto, è lecito chiedersi, con la “complicità” italiana?). Nel secondo caso l’assurdità dell’affermazione è alquanto chiara e comunque facilmente smentibile. Il ministro Salvini è a conoscenza che il movimento politico Hezbollah è regolarmente rappresentato nel parlamento libanese con oltre una dozzina di deputati di cui alcuni cristiani? E’ a conoscenza che Hezbollah fa parte della maggioranza politica che sostiene il presidente libanese e cristiano Aoun? E ancora, Matteo Salvini è consapevole che quello che lui chiama il “confine” nord della democratica Israele non è altro che territorio occupato, legittimamente appartenente al Libano? La difesa o la liberazione dei propri confini o di parti del territorio nazionale non è qualcosa di sbandierato e urlato ai quattro venti dal nostro ministro factotum?
Sarebbe troppo lungo in questa sede raccontare la controversia storica tra Libano ed Israele e in qualche modo anche superfluo, visto l’esempio che negli ultimi sette anni il movimento libanese ha dato in Siria. Esempio in termini di sangue, sacrificio, in termini economici. Per difendere cosa? Certamente anche i propri confini nazionali, quelli del Libano, dalle orde islamiste e, queste sì, terroriste, ma soprattutto per difendere una parte di mondo, arabo, musulmano e cristiano, che non si arrende ai progetti di atomizzazione, che crede ancora nei confini nazionali, nella propria millenaria complessa identità. Caro Salvini, i combattenti di Hezbollah, hanno contribuito a liberare la Siria dalla più grande feccia mai vista negli ultimi decenni, quella dell’Isis e di Al Qaeda, armati anche dai suoi amici qatarioti.
Hanno liberato la città di Maalula, una delle culle del cristianesimo, quella dove ancora si parla l’aramaico, liberandone le suore, ostaggio dei terroristi. Hanno difeso Wadi an Nasara, la valle dei cristiani ad Homs. Hanno liberato il pilota russo Konstantin Murakhtin, abbattutto dagli F16 turchi nei cieli siriani, mentre stava per essere catturato dall’Isis. Hezbollah ha contribuito nei fatti a schiacciare quei terroristi che secondo lo stesso Salvini hanno come meta l’Italia e l’Europa nascosti tra migliaia di immigrati. Insomma o qualcosa nel ragionamento del ministro non quadra o è una falsità bella e buona. Questa volta talmente tanto plateale da far impallidire addirittura i burocrati europei. Neanche loro erano mai riusciti (completamente) a far passare per terrorismo il sacrosanto diritto di difendere la propria terra, i propri confini e la propria sovranità. Strano, no?
Giovanni Feola
9 comments
Indifendibile
Diciamo pure che questo approccio di Salvini è di una profondità e stile da cow-boy dopo due- tre birre. Forse poteva preoccuparsi di altri problemi di quel paese: la difficoltà di convivenza tra gli stessi israeliani, la situazione esplosiva con i mini-territori palestinesi sovrappopolati, le tensioni mai sopite con la vicina Siria e se gli piace fare anche il ministro degli esteri/ difesa, trarre ispirazione dai russi che hanno un approccio verso Israele piu’ ragionevole benchè Netanyahu sia andato a Mosca piu’ volte ed ha partecipato ai festeggiamenti del loro giorno della vittoria. La Russia cerca di muoversi, considerato anche che in Israele vivono piu’ di un milione di ebrei di origine russa, con attenzione e rispetto ed osservando tutte le parti che vivono in quel delicato territorio che è il Medio Oriente.
Se il ministro è poco documentato su queste questioni forse ha perso una bella occasione per avere un comportamento piu’ discreto e se voleva esprimere la sua preferenza per Israele era opportuno che misurasse di piu’ i termini relativamente ad Hezbollah.
regalate a salvini qualche libro di don luigi villa…..
Salvini è un ignorante, un fenomeno politico da tastiera, buono per gli slogan. Mi chiedo come sia possibile che costui rappresenti l’elettorato di destra in Italia. I vecchi dirigenti di AN si dovrebbero prendere le loro responsabilità.
”..l’ex comunista padano” ha la bocca molto, molto larga e il cervello molto, molto piccolo….funzionante solo, per sua covenienza, secondo il momento e luogo…se va in Israele diviene, immediatamente, un sionista praticante nel sacro tempio..
[…] Neanche loro erano mai riusciti (completamente) a far passare per terrorismo il sacrosanto diritto di difendere la propria terra, i propri confini e la propria sovranità. Strano, no? Fonte Il Primato nazionale […]
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