Istanbul, 5 dic – La procura di Istanbul ha emesso oggi un mandato d’arresto nei confronti di Ahmed al Asiri e Saud al Qahtani. Si tratta di importanti papaveri sauditi, rispettivamente ex numero due dell’intelligence ed ex responsabile della comunicazione social del principe Mohammed bin Salman. I due sono sospettati, a vario titolo, di aver avuto un ruolo nell’assassinio il 2 ottobre scorso di Jamal Khashoggi, il giornalista ucciso all’interno del consolato saudita nella città sul Bosforo.
L’indagine punta così direttamente al principe ereditario, personaggio politico fra i più in vista dell’Arabia Saudita. Sue, fra le altre cose, le scelte di concedere maggiori libertà alle donne nell’ottica di accreditarsi presso l’opinione pubblica occidentale. Se le riforme in casa si sono tuttavia insabbiate, non meglio sembra andare sul fronte internazionale. E la vicenda Khashoggi potrebbe rappresentare l’ennesimo scivolone.
Stando a quando ricostruito dagli inquirenti turchi, i due uomini – vicinissimi al principe – sarebbero infatti i pianificatori dell’omicidio. Una posizione già espressa peraltro dalla Cia, che poche settimane aveva indicato proprio in bin Salman il mandate della brutale esecuzione. In assenza di un trattato bilaterale, Riad ha però negato l’estradizione. Ma la sensazione è che, nel grande gioco per l’egemonia sullo scenario del medio oriente, si sia solo all’inizio della partita.
Nicola Mattei
Omicidio Khashoggi, la Turchia punta al principe bin Salman
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