Roma, 27 nov – La sinistra tragicomica pullula ormai di saltimbanchi, improbabili guru della fuffa e deliranti nientologi. Ma se in principio fu Roberto Saviano a salire sul più alto gradino del podio delle sparate social da far accaponare la pelle, adesso i concorrenti del cantastorie partenopeo iniziano a tirar fuori colpi di scena che potrebbero mettere in discussione ben presto una sin qui incontrastata leadership. Tra tutti sembra emergere in particolare un’autrice di romanzi in cerca di autore, l’ex indipendentista sarda Michela Murgia, passata agli onori del non ci resta che piangere grazie al suo fascistometro.
Non paga delle baggianate sin qui prodotte, il nuovo mirabile volto della gauche allo zerocalcare ha voluto superarsi con una coriandolata sfoderata su Facebook e poi fieramente ricondivisa su Twitter: “Nascere maschi in un sistema patriarcale e maschilista è un po’ come essere figli maschi di un boss mafioso: per beneficiare dell’attività criminale non serve commetterla in prima persona”. Non disperate amici, non c’è nulla di così capzioso nel paragone proposto dalla Murgia, è solo una questione di genere. Se non siete femmine siete colpevoli di non esserlo, se siete maschi siete colpevoli di esserlo. Ma non dovete sentirvi troppo in colpa, spiega poi l’autrice sarda, d’altronde essere un maschio è appunto come essere un figlio di un mafioso, uno semplicemente ci nasce: “Non sai nemmeno cosa sia la mafia – scrive la Murgia – ma da quel momento tutto quello che mangerai, berrai, vestirai verrà dall’attività mafiosa”.
Ogni commento sarcastico a riguardo potrebbe ovviamente costarci l’accusa di essere maschilisti, cosa che ormai è superata dall’essere semplicemente maschi. Un peccato originale che ci condanna al silenzio, ammesso che il silenzio non venga messo a tacere poiché sostantivo di genere maschile. Anche in questo caso comunque non sarebbe colpa del silenzio, ma dei maschi che hanno deciso, a causa del sistema patriarcale, di renderlo un sostantivo di genere maschile. Il problema è che i maschi sono i fondatori stessi del sistema patriarcale, dunque inevitabilmente colpevoli di essere se stessi. Ora, prima che qualcuno inizi sul serio a prendere sul serio la Murgia, fatevi semplicemente una risata. Tranquilli, è femminile.
Eugenio Palazzini
La Murgia ne spara un'altra: “Essere maschi è come essere figli di mafiosi”
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8 comments
Peccato che “”Rizzeddu”” sia chiuso e chi è Sardo sa cosa era Rizzeddu, la Murgia ci sarebbe stata benissimo. Pro caritati.!!!!!
La vedrei molto bene accompagnarsi con quell’altro scemo globale dell’Oliviero: sai che coppia?
Comunque, che la sinistra sia ridotta così non può che farci estremamente comodo oltre che tanto piacere.
Con quella faccia li’ questa i maschi se li puo’ solo sognare di notte!!
In Africa fra negroidi tribali e bande islamiche………..direttamente,con biglietto di sola andata e accompagnata dalla boldrina se possibile…………una comunistoide rozza,antifemminile,sguaiata nei modi e nei toni,penosamente autoreferenziale…………senza dignità e nauseabonda.
Ne deduciamo, per logica generazionale, che l’affermazione sia stata fatta dalla nipote d’un mafioso…
(comunque, è evidente quanto la “nipote” in questione sia tormentata da problemi seri)
[…] Ora, prima che qualcuno inizi sul serio a prendere sul serio la Murgia, fatevi semplicemente una risata. Tranquilli, è femminile. Fonte: IL PRIMATO NAZIONALE […]
dopo il fasistometro, ecco altre pillole di saggezza. Povera Murgia… cosa le tocca fare per avere un po’ di visibilità per piazzare le sue operette (che da Acciaio, già di per sé mediocre, sono state tutte un discendere)… ma soprattutto povera sinistra, che ha perso pure in ambito culturale, una delle poche cose in cui primeggiava
[…] Michela Murgia, ad esempio. Prima provoca con fascistometri, o paragoni improbabili (“essere maschi è come essere figli di mafiosi“); quando ha ottenuto la scomposta reazione dei detrattori, estrae la sua victim card e […]