Roma, 31 lug – Forse vi sarete già dimenticati di Elin Ersson, l’ennesima pasionaria dei diritti degli immigrati, l’attivista/caso umano svedese che lunedì scorso ha cercato di “salvare” il 52enne afgano dall’espulsione dalla Svezia, tentando di fermare l’aereo che lo trasportava. L’azione si è risolta in un forte ritardo del volo, una denuncia per la Ersson e la custodia temporanea – in attesa dell’inevitabile allontanamento dalla nazione scandinava – per il clandestino. La notizia ha fatto il giro del mondo commuovendo i radical chic e suscitando l’ilarità di chiunque altro, finendo in poco tempo nell’oblio, fino a qualche giorno fa, quando il quotidiano finlandese Helsingin Sanomat ha riportato che il povero “migrante” è in realtà un criminale: condannato a due anni di reclusione per aggressione aggravata, si è per questo visto rifiutare lo status di rifugiato e ha subìto il provvedimento di espulsione.
«Non avevo informazioni su di lui né prima né dopo il tentativo di salvataggio – ha dichiarato con candore disarmante la Ersson dopo avere appreso la notizia – stavo cercando di aiutarlo in quanto essere umano, e non mi sono curata di sapere cosa avesse fatto in precedenza nella sua vita. È stata una mia decisione personale». L’afgano avrebbe quindi potuto essere un omicida, o un terrorista, per quello che l’attivista 21enne ne poteva sapere, ma la sua scelta è stata di non curarsene minimamente; d’altronde si sa, il #restareumani e le visualizzazioni su Youtube con le quali ingozzare il proprio ego di salvatori, in questi casi, hanno la priorità sulla sicurezza nazionale. Secondo quanto riportato da News Today, il clandestino è ancora sotto custodia in Svezia in attesa di espulsione.
Cristina Gauri
L’afgano salvato dall’espulsione era un criminale. L’epic fail della liberal svedese
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1 commento
Pateticamente ignobile,la lurida cloaca svedese partorisce idiote a getto continuo……..sugli idioti che permettono un tale scempio meglio tacere, deiezioni umanoide e comuniste.