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Immigrazione, Conte: "Serve un comitato di crisi Ue"

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 19 lug – La lotta all’immigrazione clandestina ingaggiata dal governo italiano deve proseguire in un contesto Ue che tenga conto delle richieste del nostro Paese, che non può e non deve più essere l’unico ad aprire i porti. Anzi, i porti restano sbarrati, alle Ong e ai trafficanti di esseri umani. E per quanto riguarda la distribuzione degli immigrati è necessario un “gabinetto o comitato di crisi sotto l’egida della Commissione Ue, che poi si faccia mediatrice con i governi”. E’ la proposta avanzata dal premier italiano Giuseppe Conte in una lettera inviata al presidente della Commissione europea Juncker e al presidente del Consiglio europeo Tusk. Ad annunciarlo è lo stesso Conte che, in un’intervista al Fatto Quotidiano smentisce contrasti col vicepremier Salvini: “Parla per noi la nostra politica, finalizzata a ridurre le partenze e dunque i morti in mare. Se poi – come confido avverrà – altri Paesi extraeuropei accetteranno di creare non hotspot ma centri di protezione per esaminare le richiesta d’asilo, i veri profughi potremo portarli direttamente noi, con corridoi umanitari, stroncando il traffico degli scafisti”. Il premier è impegnato anche sul fronte dei Paesi di Visegrad: “Sto cercando di convincerli. Perciò ho appena invitato il premier ceco a Roma”. Un incontro ci sarà anche con il generale libico Haftar: “In autunno organizzerò, qui in Italia, una conferenza sulla Libia“.
Intanto Salvini ribadisce la line dura: “Nessuna minaccia potrà fermare difesa dei confini e rimpatri dei clandestini, la musica è cambiata!“. Così sui social il ministro dell’Interno, a proposito di alcune scritte apparse sui muri di Macomer, in Sardegna, di cui riporta notizia una testata locale online.
E la linea del governo italiano funziona: la Guardia costiera libica ha soccorso, mercoledì notte, 156 persone che erano a bordo di un gommone in avaria a 47 miglia a largo della costa di Homs, nel Nord-est del Paese. Tra i migranti c’erano anche 24 donne e 10 bambini. “Hanno ricevuto assistenza medica al porto di Tripoli e sono stati poi accompagnati al centro di immigrazione irregolare di Homs“, ha spiegato un portavoce della Guardia costiera.
Adolfo Spezzaferro

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