Roma, 14 lug – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sta lavorando per un accordo con gli altri Paesi Ue per una redistribuzione immediata dei 450 immigrati recuperati a largo di Lampedusa. Se non ci saranno risposte dai partner europei, fa sapere Palazzo Chigi, in queste condizioni ai 450 non sarà consentito di sbarcare.
In costante contatto con i ministri dell’Interno Matteo Salvini, degli Esteri Enzo Moavero e dei Trasporti Danilo Toninelli e con i responsabili delle unità di soccorso, per la risoluzione dell’emergenza, oggi stesso, a quanto pare, verrà inviata al presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk e agli altri leader europei una lettera che chiede l’applicazione immediata, anche in questo caso – viene specificato – dei principi europei affermati nel corso dell’ultimo Consiglio europeo di fine giugno. Questo perché l’Italia, ribadisce il nostro governo, non è più disposta a farsi carico in modo isolato di una problema che riguarda tutti i Paesi europei.
A quanto si apprende, sarebbero tre le ipotesi in campo: redistribuzione immediata dei 450 con altri partner europei; contatti con Libia per il loro eventuale rientro sulle coste libiche, da dove sono partiti; permanenza a bordo delle navi dove fare riconoscimenti ed esami richieste.
Secondo la versione fornita da fonti di Palazzo Chigi, alcuni immigrati a bordo del barcone si sono gettati volontariamente in mare. Questo spiega come le navi italiane siano intervenute per salvarli dall’annegamento. Nella serata di ieri – si fa presente – un convoglio costituito da tre motovedette della Guardia Costiera e una della Guardia di Finanza ha intercettato il barcone a largo di Linosa. Alla vista delle unità italiane l’imbarcazione si è fermata e dopo alcuni minuti i clandestini hanno iniziato a lanciarsi in acqua.
Grazie all’intervento di una motovedetta della Guardia Costiera gli immigrati che si erano tuffati in mare, sono tutti stati recuperati. In nottata è poi giunto il pattugliatore Monte Sperone della Guardia di finanza e quello britannico Protector di Frontex che hanno accolto 442 migranti. Otto persone bisognose di assistenza, invece, sono state sbarcate dalla Capitaneria di porto a Lampedusa.
In mattinata, sulla questione è intervenuto anche il vicepremier Salvini che non sembra intenzionato ad arretrare di un passo. Il titolare del Viminale ha informato il premier Conte che “occorre un atto di giustizia, rispetto e coraggio per contrastare i trafficanti di esseri umani e stimolare un intervento europeo”. Per questo ha insistito affinché alle due navi di Frontex e Guardia di Finanza venga data indicazione di fare rotta verso Sud. Direzione? Malta o Libia.
”In Italia si arriva solo con mezzi legali”, ha spiegato il ministro dell’Interno. ”Si nutrono e curano tutti a bordo, mettendo in salvo donne incinte e bambini, ma non si arriva in nessun porto. Non possiamo cedere, la nostra fermezza salverà tante vite e garantirà sicurezza a tutti”. A Conte, Salvini ha sottolineato: ”Da quando siamo al governo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sono sbarcate 27.000 persone in meno. Se vogliamo mantenere questi risultati positivi, non possiamo mostrare debolezze”.
Insomma, sul fronte immigrazione, dopo la vicenda Diciotti, in cui Salvini sembrava isolato all’interno del governo, tanto che il Presidente Mattarella è intervenuto nella questione ordinando al premier Conte di far sbarcare gli immigrati a bordo della nave della Guardia costiera, ora l’esecutivo Lega-M5S è compatto, e si fa sentire nei confronti dell’Ue.
Adolfo Spezzaferro
Immigrazione, ultimatum di Conte all'Ue: "Redistribuzione o non sbarca nessuno"
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