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Gaffe di Grasso: “Medioevo fu epoca buia”. Ma piuttosto ripassi Federico II

by La Redazione
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Roma, 6 giu – Pietro Grasso, senatore di Liberi e Uguali ed ex presidente del Senato, ieri in Aula durante la discussione per la fiducia al governo Conte ha pronunciato queste parole: “Sembra di capire che dobbiamo ringraziare la fortuna che i diritti civili siano fuori dal contratto se non faremo immediati e precipitosi passi verso il medioevo”. Diritti civili. Medioevo. Quanto di più confuso nelle parole di Grasso. Confusione che rispecchia l’ignoranza di chi vede nel Medioevo una rottura con il mondo antico. Di chi ha imparato a memoria quanto scritto nei sussidiari e riduce mille anni di storia a roghi di streghe.
Evidentemente, l’ex presidente del Senato parla per luoghi comuni e frasi fatte. Ma d’altronde, cosa ci si può aspettare da chi, il 27 gennaio, ha dichiarato orgogliosamente di aver contribuito a migliorare l’Italia? In cosa consistano queste migliorie non è dato sapere. Non è comunque obiettivo di queste righe fare un’analisi del modus operandi di Grasso in questi anni di governo. Al contrario vogliamo, come si suol dire oggi, fare gli “spiegoni” al dottor Grasso. Cioè? Spiegargli che il Medioevo non fu un periodo orribile come lui se lo immagina. Né tantomeno arretrato sui diritti civili. Men che meno in Europa e soprattutto in Italia. L’Europa, infatti, visse nel medioevo uno dei periodi più floridi della sua storia. Quello che va dalla metà dell’XI secolo alla fine del XIII. Agricoltura e traffici prosperavano e le guerre in corso, le Crociate, si combattevano lontano da casa con effetti economici positivi. Le crociate servirono inoltre a rafforzare quel sentimento identitario europeo che si andava consolidando in quell’epoca.
Il Medioevo, inoltre, fu il periodo di Carlo Magno, Federico Barbarossa, Federico II. Quali uomini del tempo avrebbero potuto percepire negativamente questo periodo?  Solo storici successivi, annebbiati dalla rilettura storica illuminista, potevano prendere l’abbaglio di un Medioevo “epoca buia2. Il Medioevo fu di fatto un periodo in cui si affermò una società aristocratica, una prevalenza di guerrieri ed un mondo agricolo e pastorale. Fu l’epoca in cui nacquero le lingue, le nazioni, i comuni e le banche. Furono i secoli in cui ogni singolo cittadino operava per il bene comune della propria comunità. E visto che Grasso parla di diritti civili, nel Medioevo le donne potevano esercitare cariche pubbliche, praticare la medicina ed essere incoronate regine alla stessa stregua del re. Solo nelle età successive vennero aboliti questi diritti. E sembra addirittura che in tutto “l’età di Mezzo” (nomea assolutamente da rivedere) si sia verificato un solo suicidio. Quanti suicidi può “vantare” il Governo di cui Grasso era uno dei massimi esponenti?
Si è accennato poi a Federico II, lo stupor mundi che merita un approfondimento per smontare più agevolmente le parole di Grasso. Il sovrano intorno a cui girò la civiltà, emanò nel 1231 le costituzioni di Melfi, il cui codice fu chiamato Liber Augustalis con chiaro riferimento ad Augusto. Federico II riconosceva così nella Pace e nella Giustizia il “fondamento di tutti i regni”, riconnettendosi alla Pax Augusta (ma anche alla figura indoaria di Cakravartî, il signore di “Pace e Giustizia”). Queste costituzioni si profilano come crocevia nella storia del diritto, ponendo fine alla dicotomia tra diritto divino delle Scritture e diritto umano, tramandato da abitudini antiche e poco o per niente codificate. Con il Liber Augustalis, Federico II si fece garante della giustizia ammettendo che chi serviva la Giustizia serviva Dio: così, servendo lo Stato, si compiva la volontà divina. Limitava quindi i poteri e i privilegi delle famiglie nobiliari e dei prelati. In pratica fu il vero simbolo dell’anti-casta. Federico II, grazie anche a queste costituzioni garantì progresso economico, sanitario e artigianale. Lo stupor mundi, massima figura del Medioevo, creò una nuova legislazione (ispirata al diritto romano) eliminando l’arbitrarietà del dominio dei feudatari garantendo alla popolazione la sicurezza giuridica, la difesa, l’ordine, la pace. Quante di queste cose può vantare il governo in cui ha operato il dottor Grasso? Basterebbe aprire qualche libro leggermente diverso dal sussidiario delle elementari per non correre il rischio di cadere in tali esattezze storiche. Ma, per farlo, non bisognerebbe essere Liberi dalla cultura né Uguali alla massa.
Federico Rapini

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