Rio de Janeiro, 30 giu – “Tutti pensano che noi facciamo una bella vita ma non è così”.
All’interno della nazionale ghanese continuano le polemiche seguite all’espulsione dal ritiro di Boateng e Muntari. A parlare è l’ex numero 10 del Milan, oggi allo Shalke 04, che attraverso i microfoni di SkySport ha attaccato la Federazione ghanese: “dove sono finiti i soldi della Fifa?”
“La discussione con Muntari è accaduta domenica pomeriggio, mentre noi siamo stati mandati via solo il giovedì successivo. Perché l’espulsione non è avvenuta lunedì mattina? Ve lo dico io: dopo due giorni dalla lite abbiamo incontrato la federazione calcio ghanese e abbiamo chiesto dove erano finiti i soldi che gli ha dato la Fifa. Tutti pensano che noi facciamo una bella vita ma non è così. Ovviamente siamo tutti onorati di giocare per la nazionale, ma il modo in cui viaggiamo, il modo in cui voliamo, i nostri alberghi… ho dovuto dormire vestito perché cadeva l’acqua dal soffitto. Perché la federazione non ha investito una parte dei tanti soldi della Fifa per farci vivere meglio questa esperienza? Con i loro soldi sarebbero potute venire anche le nostre famiglie e invece l’esperienza che abbiamo vissuto in Brasile è stata terribile“.
Non ci piace essere moralisti, ma Boateng ha semplicemente perso un’occasione per stare zitto. Può il giocatore più rappresentativo e più pagato della nazionale ghanese lamentarsi se la Federazione ha deciso di investire pochi soldi per la spedizione in Brasile? Soprattutto può farlo alla luce dei risultati negativi ottenuti (un solo punto in tre partite)? Tra l’altro, la stessa nazionale ghanese era già stata al centro delle polemiche per aver preteso dalla Federazione la spedizione tramite jet privato di 3 milioni di dollari in contanti come premio per la partecipazione al mondiale. E’ quindi questo il motivo per cui i ghanesi sono onorati di giocare per la nazionale?
A questo Ghana,più che i confort, durante la permanenza brasiliana è mancato lo spirito patriottico. Quello spirito che ha contraddistinto la nazionale greca, eliminata ieri sera dalla Costa Rica solo ai calci di rigore, dopo essere riuscita ad acciuffare il pareggio, e i conseguenti tempi supplementari, nei minuti di recupero del secondo tempo regolamentare.
Ciò che ha lasciato piacevolmente sorpresi della squadra campione d’Europa nel 2004, però, non sono stati i gol allo scadere con Costa d’Avorio e Costa Rica, ma la decisione di rinunciare al premio qualificazione. In una lettera scritta al primo ministro Antoni Samaras, i giocatori ellenici hanno chiesto di destinare quei soldi per la realizzazione di un progetto concreto per il calcio greco: “Non vogliamo un premio extra, o qualsiasi tipo di denaro. Giochiamo per la Grecia e per il suo popolo. Tutto quello che vogliamo è il vostro appoggio per creare un centro d’allenamento che diventi la casa della nostra Nazionale“.
La scelta dei greci di rinunciare ai compensi rappresenta un’eccezione in un Mondiale dominato dalle polemiche legate alla questione premi. Oltre a quello del Ghana, vanno infatti ricordati altri episodi con le nazionali africane protagoniste: il Camerun prima di imbarcarsi per il Mondiale aveva minacciato lo sciopero, mentre in questi giorni i calciatori della Nigeria non si sono allenati e hanno minacciato di boicottare la sfida con la Francia nel caso in cui non avessero ricevuto il compenso dovuto al passaggio del turno.
Se questi sono gli standard, l’eccezione ellenica non può che lasciare piacevolmente sorpresi.
Renato Montagnolo
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