Londra, 17 gen – Spesso guardando da fuori alla vita politica del Regno Unito si ha l’impressione che il popolo britannico sia ormai da tempo prono alle logiche immigrazioniste e di accoglienza senza nessuna distinzione di provenienza ormai da tempo. Quando però i risultati elettorali mostrano una forte vocazione sovranista e di appartenenza di popolo e alla sua identità, i principali mass media si precipitano a puntualizzare come queste spinte vengano dalle fasce meno istruite o, come nel caso della Brexit, dai “Vecchi” che hanno condizionato il futuro delle generazioni future. Tuttavia se si guarda la realtà dall’interno si scopre che vi è un acceso fermento politico, spesso volutamente ignorato, che viene dalle fasce più svariate del popolo. Un chiaro esempio è il neonato movimento trasversale anti immigrazione, nella fattispecie islamica, FLA (Fotball Lads Alliance) che ha iniziato a scendere in strada promuovendo diverse manifestazioni con il supporto e la partecipazione di ex veterani dell’esercito ,“Veterans Against Extremism”.
Il FLA è un movimento identitario che raggruppa svariate tifoserie di Club calcistici inglesi e nasce in seguito agli attacchi terroristi islamici di London Bridge, Manchester e Westmister, dopo i quali, il 24 giugno nel suo primo evento ufficiale ha portato più di 5000 persone a manifestare per le strade di Londra.
Ma è il 7 ottobre scorso che il movimento ha avuto una risonanza mediatica in tutto il Regno Unito, e anche fuori, con la “Marcia contro il terrorismo” tenutasi nel pieno centro di Londra, dove migliaia di persone hanno sfilato per commemorare le vittime degli attacchi terroristici che hanno colpito il paese, ma soprattutto l’intenzione di ribadire un necessario cambio di rotta nelle politiche di accoglienza. Queste hanno comportato non solo una crescita di un radicalismo islamico incontrollato ma anche la cessione di interi territori alle comunità musulmane, come testimoniano i quartieri dell’East London, o di città come Birmigham, diventati vere e proprie enclavi islamiche. Nonostante il fondatore del movimento John Meighan ha dichiarato che il FLA non si identifica nè a destra nè a sinistra, i principali media hanno provato a sminuire la manifestazione descrivendola come un’iniziativa di stampo fascista promossa da ex hooligans e da movimenti estremisti inglesi, etichettandola come razzista e islamofoba. A dispetto delle accuse promosse contro chi lancia iniziative anti immigrazione, i video mostrano chiaramente una massiccia presenza di cittadini non britannici che esprimono comunque preoccupazione per la deriva islamista radicale che sta colpendo il paese.
Non sono di certo mancate le accuse della stampa politicamente corretta anglosassone piuttosto che degli antifascisti inglesi, che si sono fatti trovare nel bel mezzo del corteo con i pugni chiusi e striscioni provocatori contro i partecipanti. L’accusa più pesante mossa invece dai giornali (primo tra tutti Vice) è stata quella della presenza di Tommy Robinson, fondatore dell’English Defence League e coinvolto in passato allo sviluppo di Pegida UK, il quale si occupa di approfondimento e di inchieste riguardo le contraddizioni multiculturali del paese. Nel mirino dei giornali sono finiti anche diversi esponenti dei movimenti etichettati come fascisti del National Front, del British Movement e del British National Party nonostante questi non figurino come organizzatori degli eventi, la cui promozione e organizzazione rimane salda allo spontaneismo delle tifoserie calcistiche.
Nonostante la censura e le numerose inchieste giornalistiche, l’FLA, difficile da categorizzare a livello politico proprio perché conseguenza di un disagio condiviso dalle varie fasce della popolazione e da molti immigrati europei e non, sembra ingrossare costantemente le sue fila attirando sempre più consensi e promuovendo un crescente numero di manifestazioni e marce per l’anno appena iniziato, mostrando una realtà ben distante dal falso mito di melting pot anglosassone dove le culture più diverse vivono in armonia tra loro, ed evidenziando una volontà di tornare a un controllo del territorio, ampiamente condivisa. Il primo evento è fissato per il 24 marzo a Birmigham.
Francesco Susinno
4 comments
Movimenti del genere vengono etichettati a seconda della convenienza (alla loro delirante causa) dei censori buonoidi immigrazionisti e vittimisti. Daje!!!
Manifestazioni che sostanzialmente chiedono più legalità e minor disagio sociale (che è creato volutamente da chi usa i cosiddetti migranti), sono da denigrare e etichettate come estremiste e razziste. Poi ci sono quelle di pace amore e diritti (finti); cioè quelle di ceasi sociali (che spaccano e imbrattato tutto,) gay, immigrati a cui si deve dare questo è quello.
Tutto questo non è fantastico ?!!
[…] europei e non, sembra ingrossare costantemente le sue fila attirando sempre più consensi e promuovendo un crescente numero di manifestazioni e marce per l’anno appena iniziato, mostrando un… dove le culture più diverse vivono in armonia tra loro, ed evidenziando una volontà di tornare a […]
…..se alzano il pugno…moncherini…