Roma, 10 nov – La ripresa? C’è, ma è debole, in rallentamento e lascia l’Italia fanalino di coda sia in Europa sia rispetto al resto del mondo. A segnalarlo la Commissione Europea, che ha diffuso le stime sulla crescita del Prodotto interno lordo italiano per quest’anno nonché le previsioni relative ai prossimi. Se solo la scorsa primavera il Pil per il 2017 era dato a +0,9%, oggi Bruxelles rivede la cifra al rialzo: +1,5%, in linea con quanto messo nero su bianco dal governo nella nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre.
Il miglioramento è sensibile, anche se poco rilevante dal punto di vista economico: una ripresa robusta, capace cioè di risolvere almeno in parte le crisi bancarie ancora aperte, riassorbire la disoccupazione – da qui a due anni è data in calo di meno di un punto percentuale – e far ripartire concretamente l’industria (che nonostante tutto consente all’Italia di rimanere fra le sette grandi del mondo) richiederebbe numeri che si avvicinano ai multipli rispetto agli attuali. O, quantomeno, di non perdere ulteriore terreno rispetto ai concorrenti.
Se l’Italia è data in crescita, i nostri vicini di casa corrono infatti decisamente più forti. Ad eccezione di Francia e Belgio, che comunque ci superano di misura, quest’anno nessuno scenderà al di sotto del +2%. Discorso analogo per i mesi a venire, fino al 2019 quando ritorneremo ad un risicato +1% distante perfino dalla Grecia che è prevista addirittura a +2,5%. Siamo maglia nera in Europa e meglio non va nei confronti del resto del mondo, con Asia e America che ci guardano da lontano, con numeri ad oggi inavvicinabili e capaci di trasformare una ripresa statistica in una recessione di fatto.
Filippo Burla