Roma, 28 ott – Raschiato il fondo del barile, si comincia con le bare. Se sembra una battuta, non la è. Perché, non bastasse la già di per sé iniqua tassa di successione, il governo sta ora pensando di rivolgere le attenzioni dell’erario persino sui…funerali.
Proprio così. La proposta circola già da tempo (se ne parlò nel 2015), ma vista la delicatezza dell’argomento si preferì all’epoca soprassedere. I funerali sono rimasti così prestazioni esentate dal pagamento dell’Iva in tutte le loro componenti: dai fiori alla vestizione, dal trasporto all’inumazione passando per i necrologi. Almeno fino ad oggi.
In Commissione Igiene e sanità del Senato, infatti, è in discussione in questi giorni una proposta di riorganizzazione del settore delle pompe funebri. E cosa prevede la mini-riforma? Al di là di regole più stringenti per chi svolge il servizio, la parte più rilevante riguarda l’applicazione dell’Iva al 10%. Non solo: è previsto “persino il pagamento di una sorta di affitto sulla tomba – denuncia Francesco Luongo, presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino –, un contributo annuale che dovrebbe essere pari a 30 euro, destinato a finanziare la vigilanza e il controllo da parte delle aziende locali. Il disegno di legge introduce anche l’obbligo per i Comuni di destinare il 20% della Tasi incassata ai cimiteri monumentali affinché possano coprire i loro costi”.
“Tutto questo – conclude Luongo – comporterà inevitabilmente un aumento dei costi dei funerali e del mantenimento dei loculi e cappelle in cui sono sepolti i nostri cari estinti. Se un funerale tipo, ad esempio, oggi costa in media 2.000 euro, con la nuova norma la spesa aumenterà a 2.200 euro”.
Filippo Burla
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Inconcepibile !