Barcellona, 5 ott – L’hanno chiamata “cacerolada”, cioè pentolata. Una manifestazione di piazza dove la gente ha battuto con i mestoli sulle pentole per fare rumore. A organizzarla sono stati i movimenti unionisti, che a Barcellona sono scesi per strada a far sentire la loro voce. Il rumore più forte lo hanno fatto mentre il presidente del Parlamento catalano, Carles Puigdemont, affermava in diretta tv che lunedì prossimo varrà annunciata l’indipendenza sfidando apertamente Re Felipe VI, che aveva invocato l’unità della Spagna.
Mai prima d’ora gli unionisti si erano organizzati in manifestazioni, ma ora fanno sul serio e per domenica prossima il leader del Partito popolare di Catalogna, Xavier García Albiol, ha invocato una nuova mobilitazione per domenica prossima, 8 ottobre, “in difesa della democrazia e della libertà”.
È una minoranza silenziata quella degli unionisti, a cui nessuno tra i grandi media ha dato finora voce, ma Albiol ha lanciato un appello “a tutti gli spagnoli” affinché domenica vadano in Catalogna a protestare contro le istanze secessioniste.
Intanto, la Corte costituzionale spagnola ha sospeso la plenaria del parlamento catalano in programma il prossimo lunedì. Il divieto è stato decretato in via precauzionale, poiché il presidente Carles Puigdemont aveva intenzione di proclamare l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna proprio in quella sessione. Inoltre la Core ha accolto un ricorso del partito socialista catalano (Psc), secondo il quale se lunedì il Parlament proclamerà l’indipendenza vi sarà una violazione della Costituzione con un “annientamento” dei diritti dei deputati. “Chiedo al governatore della Catalogna Carles Puigdemont di rinunciare al progetto di una Dichiarazione unilaterale di indipendenza per evitare mali maggiori e di tornare alla legalità nel più breve tempo possibile” ha chiesto il premier Mariano Rajoy a Puigdemont, ma ancora non è chiaro come reagirà l’assemblea catalana, sia al divieto di Madrid sia all’invito di Rajoy.
Anna Pedri