Tripoli, 28 set – “Non siete i benvenuti qui” è quanto ha detto la guardia costiera libica a una nave tedesca che aveva preso a bordo una cinquantina di clandestini da traghettare verso l’Italia. Nello scontro sono stati esplosi anche colpi di avvertimento. Perché la Marina libica è intenzionata a sequestrate tutte le navi delle ong impegnate in salvataggi in mare che entrano senza autorizzazione in acque territoriali libiche.
La nave tedesca dell’organizzazione non governativa Mission Lifeline si è spinta fin dove non poteva, violando i patti stabiliti il 10 agosto scorso che prevedono l’ingresso nella zona di salvataggio solo alle navi autorizzate. Una porzione di mare che va oltre le acque territoriali e si estende fino a 100 chilometri dalle coste libiche. Mission Lifeline non è tra le navi autorizzate.
Secondo Axel Steier, direttore dell’ong, i libici avrebbero addirittura compiuto un atto di pirateria salendo a bordo della nave per farsi consegnare le persone a bordo. A sostegno della loro tesi hanno anche pubblicato un video su youtube di quanto accaduto.
Diversa la versione dei libici, secondo i quali la nave tedesca avrebbe tentato di fuggire con un ufficiale della Guardia costiera ancora a bordo. Solo allora i libici hanno sparato in aria colpi di avvertimento. I funzionari della Marina accusano, così, l’ong di violare la sovranità libica e per loro la misura è colma. L’episodio ha fatto salire la tensione alle stelle.
Nel frattempo, però, le Ong tornano alla carica. E lo fanno a Tunisi, dove hanno indetto un vertice per far ripartire gli sbarchi dalla Libia. Perché a loro lo stop all’arrivo dei sedicenti profughi in Italia proprio non va giù. La riunione, che si è svolta qualche giorno fa, era organizzata da Watch The Med – Alarmphone. un portale per le chiamate dai barconi ispirato da padre Mussie Zerai, che la procura di Trapani ha indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla collusione delle ong con i trafficanti di esseri umani.
Celata sotto il nome di conferenza sui Movimenti migratori del Mediterraneo, tra le ong in prima fila c’erano Jugend Rettet, Sea Watch e Medici senza frontiere, già note per i loro gesti di ribellione al codice di condotta del Ministero dell’Interno Italiano. Al centro della due giorni di dibattito, la ricerca di passaggi legali sicuri verso l’Italia. Che tradotto significa: “come far ripartire il servizio taxi per clandestini?”
Anna Pedri