Barcellona, 20 set – Guardia Civil contro Generalitat. A Barcellona un blitz della polizia spagnola ha portato all’arresto di 14 persone, tra funzionari ed esponenti del governo catalano, accusati di non aver impedito il referendum sull’autonomia che Madrid non riconosce. Non hanno obbedito alle direttive deal governo centrale e hanno disconosciuto la decisione della Corte Costituzionale spagnola, che ritiene illegale il referendum.
Tra gli arrestati anche Josep Maria Jovè, il segretario generale economico e braccio destro del vicepresidente Oriol Junqueras. “Queste sono cose che non succedono in nessuna democrazia occidentale”, ha denunciato intanto Junqueras, e il presidente Carles Puigdemont ha immediatamente convocato una riunione urgente del suo governo. La sindaca Ada Colau ha gridato allo scandalo democratico. Da Madrid, tuttavia, il premier Mariano Rajoy ha dichiarato che quella del blitz era l’unica risposta possibile di fronte alla sfida indipendentista di Barcellona. Chiaro segnale di come il governo centrale sia pronto a tutto pur di fermare il referendum in programma il primo di ottobre.
Nonostante le critiche siano piovute su Rajoy dal dirigente della sinistra indipendentista, Madrid tira dritto e prosegue con le perquisizioni e i sequestri del materiale referendario. Le retate di questa mattina sono state condotte nei dipartimenti degli Interni, degli Affari esteri e dell’Economia, oltre che negli uffici della presidenza e del governo. Già ieri erano state requisite le lettere con le quali venivano convocati scrutatori e presidenti di seggi. Ma gli indipendentisti non ci stanno, promettono battaglia e giurano che il loro referendum si farà.
Intanto, centinaia, qualcuno dice migliaia, di persone sono scese in piazza sulla Rambla a Barcellona per protestare contro il blitz della Guardia Civil, urlando “Indipendenza!”, “Vogliamo essere liberi”, “Vergogna!”. Alcune strade del capoluogo catalano sono state bloccate dai manifestanti e la folla vuole che le “forze di occupazione” spagnole lascino Barcellona. Ma i 7 milioni e mezzo di catalani sono confusi: l’indipendenza, secondo un recente sondaggio, interessa a meno della metà della popolazione. Ma la maggior parte di loro chiede chiarezza.
Anna Pedri
2 comments
Io credo che una popolazione debba avere la possibilità di esprimersi a prescindere.
Fateli votare e vedete che succede. La volontà popolare va rispettata, chissà, magari sarà l’occasione per mettere gli indipendentisti a tacere… O il contrario, ma è forse importante?
Le secessioni motivate esclusivamente da sentimenti antinazionali (in questo caso anche antifascisti) in un momento delicato per l’Europa come questo vanno contrastate fermamente. L’elite politica catalana ha dimostrato di volersi gemellare con mezzo mondo (rectius, terzo mondo) ma di odiare profondamente e ossessivamente qualsiasi cosa sia lontanamente definibile come spagnola. Hanno rotto i c_____i.