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Il principe saudita visita Israele: contro Iran e Siria ogni alleato è buono

by Roberto Derta
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Roma, 11 set – Cosa non si farebbe, pur di combattere Iran e Siria. Per esempio anche allearsi con il proprio peggior nemico. O almeno quello che, sulla carta, riveste tale ruolo. Per quanto riguarda Israele e Arabia saudita, forse, la carta va aggiornata, almeno alla luce del viaggio segreto, ma non troppo, che l’erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, ha compiuto la scorsa settimana nello Stato ebraico. A rivelare i dettagli della visita è stato il sito russo Sputnik. La notizia è stata poi rilanciata dalla Kan, la radiotelevisione pubblica israeliana, mentre altre conferme sono arrivate da media arabi, che hanno citato fonti dei servizi segreti emiratini. In Italia ne ha parlato La Stampa.

La visita, se confermata, sarebbe clamorosa: i due Paesi, infatti, non hanno relazioni diplomatiche e i sauditi non hanno mai riconosciuto Israele. La convergenza di interessi tra i due Stati, tuttavia, è da tempo sotto gli occhi di tutti, tanto che, dopo l’ascesa di Re Salman al trono e la nomina di suo figlio Mohammed bin Salman a principe ereditario, il disgelo è stato di fatto avviato. E infatti il principe, durante la visita, ha incontrato “alti esponenti” governativi. Un mese fa, del resto, il ministro degli Investimenti del Sudan, Mubarak al-Fadil al-Mahdi, aveva detto che era “tempo di normalizzare i rapporti” con Israele. E il Sudan è considerato, di fatto, un Paese satellite della teocrazia saudita. Tutto lascia pensare, quindi, che la normalizzazione dei rapporti sia dietro l’angolo.

Al centro della partita, anche la questione palestinese, che nel mondo arabo non è affatto un tema tra tanti altri. Per il momento, a causa dell’ipoteca sunnita, i palestinesi sono stati quanto meno tiepidi sulla vicenda siriana. Ma, tramite il Libano, l’Iran sta acquistando un nuovo protagonismo su quello scacchiere. Se riuscissero a rilanciare il dialogo e a porsi come mediatori, i sauditi potrebbero riacquistare centralità e spezzare l’asse sciita che tanto impensierisce sia Riad che Tel Aviv. Un obbiettivo per cui val bene anche scendere a patti con il nemico storico. O presunto tale.

Roberto Derta

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