Roma, 12 lug – “Non ho mai affermato, in nessuna circostanza, di voler abbattere i monumenti del Ventennio. È falso, letteralmente inventato. È una bufala. Mi sono limitata a sottolineare il turbamento manifestatomi da coloro che hanno dedicato la loro giovinezza a liberare il nostro Paese dal nazifascismo.” Così ha scritto oggi sulla sua pagina Facebook il presidente della Camera Laura Boldrini, quasi a dire che evidentemente le sue dichiarazioni ce la siamo sognate tutti. Secondo lei si è trattato soltanto: di “titoli riportati oggi da alcuni giornali specializzati in fake news. Notizie totalmente inventate, una vera e propria montatura, che pur di alimentare la polemica non si fa scrupolo di manipolare fatti e parole”. Tutto falso, che avevate capito? Non solo noi, ma anche altri noti quotidiani cartacei italiani si sono inventati tutto. E’ davvero così? Vi abbiamo raccontato una storiella da quattro soldi?
Dispiace per la Boldrini ma le cose non stanno come dice lei, ecco infatti cosa aveva dichiarato pochi giorni fa: “Ci sono persone, come i partigiani, che si sentono a disagio e offese quando passano sotto i monumenti del Ventennio. Non accade altrettanto in Germania, dove i simboli del nazismo non ci sono più. È evidente che in Italia questo passaggio non c’è stato”. Ora, se la lingua italiana non è un’opinione, magari un’opinione fascista da considerare un reato secondo Boldrini & compagni, lei ha detto esattamente che dovremmo seguire l’esempio della Germania dove i simboli nazisti sono stati eliminati (abbattuti, in quasi tutti i casi). E come farlo allora se non abbattendo i monumenti del Ventennio? Ce lo spieghi, di grazia.
Anzi, in parte lo fa già sempre oggi via Facebook, ribadendo il concetto stizzita: “Ho detto: ci sono persone che si sentono colpite da questo, a volte anche offese. Quando ho accolto i partigiani alla Camera, in occasione del Settantesimo anniversario della Liberazione, alcuni di loro hanno evidenziato questo stato di cose dicendo che non accade altrettanto in Germania, dove i simboli del nazismo non ci sono più. Questi vecchi partigiani si sentono ancora offesi da questo. Io rispetto la loro sensibilità.” Persevera e bluffa quindi? Se i partigiani si sentono offesi dalla presenza di simboli fascisti proponendo un paragone con la Germania e lei rispetta la loro sensibilità, sta dicendo esattamente che vorrebbe eliminare i simboli fascisti.
Ah ma che sciocchi, forse lei non li vuole abbattere del tutto, vorrebbe solo deturparli, sfregiarli, rovinarli in modo iconoclasta come fa l’Isis. Difatti fu sempre lei che due anni fa, sempre in risposta alla richiesta di un anziano partigiano, rispose così: «È ormai il momento di togliere almeno la scritta”, riferendosi proprio alla scritta Dux dell’obelisco del Foro Italico intitolato a Mussolini. Anche in quel caso in realtà intendeva dire tutt’altro? Attendiamo la traduzione dall’italiano al boldriniano.
Alessandro Della Guglia
3 comments
come si fa a provare disagio passando davanti ad ospedali,universita’,campi sportivi,
edifici publici,scuole,autostrade,vie ferrate,gallerie,porti,fiera del levante,acquedotti,
citta’ nate dove c’erano zannzare e malaria,etcc….
io provo disagio vedendo le opere e le costruzioni del dopoguerra.
Se vi sono persone così sensibili che provano disagio nel passare sotto certi Monumenti (personalmente non provo alcun disagio e non sono insensibile) possiamo consigliare a queste persone così sensibili di NON passare sotto certi Monumenti. Non dovrebbe essere difficile cambiare percorsi evitando così il disagio …
[…] “Ammesso che fosse stato chiamato parco Mussolini, un sindaco non deve dividere ma unire e vorrei che questa comunità uscisse da questo equivoco: averlo intitolato al fratello e non al Duce è come una via traversa per ricordare qualcosa, credo che ci voglia coerenza nel mettere a posto la storia” ha cercato di spiegare il sindaco di Latina, un po’ goffamente vista la ridda di commenti (negativi) che ha scatenato. Quel “mettere a posto la storia” suona d’altronde molto come “cancellarla”, tanto che perfino il Pd – pur genericamente favorevole al cambio di denominazione – contesta il metodo utilizzato. La decisione sembra però ormai definitiva, con tanto di madrina d’eccezione: all’inaugurazione, il 19 luglio, non poteva mancare Laura Boldrini, che dopo il dietrofront sui monumenti fascisti conferma di che pa…. […]