Roma, 25 giu – Sono 22 i Comuni capoluogo, più altri 99 centri con oltre quindicimila abitanti, che oggi saranno chiamati a scegliere il loro sindaco ai ballotaggi, dopo il primo turno dell’11 giugno. Urne aperte dalle 7 alle 23 per più di quattro milioni di italiani. Il centrodestra parte in vantaggio in 13 capoluoghi rispetto ai 6 del centrosinistra. M5S fuori dai giochi ovunque, tranne che ad Asti e a Carrara. Sul peso del comunque consistente elettorato grillino c’è grande curiosità, probabilmente varierà da città a città.
La piazza più decisiva, anche per gli equilibri nazionali, sembra essere quella di Genova. Non solo perché si tratta di una roccaforte rossa in cui, al primo turno, il candidato di centrosinistra è finito alle spalle del suo principale rivale (Marco Bucci ha messo più di cinque lunghezze, 38,8 a 33,4%, tra sé e lo sfidante Gianni Crivello, candidato per il centrosinistra), ma anche per gli equilibri stessi del centrodestra. Sotto la lanterna, la Lega ha totalizzato il 12,95% (rispetto al 3,8% delle Comunali di cinque anni fa) distanziando Forza Italia, ferma all’8,1%. In tutto il Nord Italia, nei Comuni superiori ai 15mila abitanti, la Lega è al 12,6% contro il 7,8% di Fi.
Giovanni Toti, che ha fatto propaganda per Bucci, ha da tempo costituito un asse privilegiato con la Lega. I rapporti con Berlusconi, invece, sono tesi, nonostante il fatto che il Cavaliere abbia furbescamente annunciato qualche giorno fa di voler dare a Salvini il ministero degli Interni se, alle prossime Politiche, tornerà premier. Ma se a Genova ci fosse un trionfo, l’asse del centrodestra si sposterebbe sensibilmente dal centro alla destra. Alcuni rumors tutti da verificare parlano pure di una possibile rottura. Il famoso strappo dal Cav di cui tanto si è vociferato è, quindi, più vicino? Tutto è da verificare. A meno che non sia la solita pantomima “sovranista-ma-non-troppo” a cui, da tempo, l’ala più populista del centrodestra ci ha abituato.
Valerio Benedetti