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Igor: gli amici del barista ucciso boicottano il voto. Sfiduciati dalla politica

by La Redazione
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Budrio, 5 giu – Semplicemente Davide. Sarà questo il nome che gli amici di Davide Fabbri, il barista ucciso da Igor il russo, che russo non è, scriveranno sulle schede elettorali domenica 11 giugno. Dopo lo striscione esposto dagli amici nei giorni scorsi, in cui si chiedevano le dimissioni del ministro Minniti, fatto rimuovere ufficialmente per motivi di ostacolo alla viabilità, la popolazione di Budrio è sempre più delusa ed esasperata dal modo in cui le indagini per catturare il killer si sono mosse.

Non solo: i cittadini si sono già organizzati per stampare volantini e santini elettorali con il volto di Davide Fabbri, per sottolineare i sentimenti di protesta dei familiari delle vittime. Gli amici di Fabbri, che si sono già riuniti in un’associazione, fanno sapere che intendono andare avanti: “Annulleremo il nostro voto perché siamo sfiduciati dalla politica. Grandi promesse da campagna elettorale, e poi? Nella quotidianità? Per questo è partito già un passaparola tra le diverse frazioni di Budrio con l’obiettivo di allargare l’iniziativa”.

In campo per concorrere alla carica di primo cittadino ci sono cinque candidati. Tra loro anche Giulio Pierini, il sindaco uscente appoggiato da tre liste di centrosinistra riconducibili al Pd. In questi giorni, forse per velleità elettorali un po’ squallide vista la circostanza, ha chiesto alla vedova Fabbri di affiggere sul balcone del municipio uno striscione con la scritta “Verità per Davide Fabbri”. La vedova ha risposto con un secco “no”. Per moltissimi abitanti di Budrio, l’11 giugno il sindaco sarà Davide Fabbri.

Intanto i cani molecolari avrebbero fiutato le tracce di Igor, al secolo Norbert Feher, nei pressi di un allevamento di polli, sempre all’interno dei 40 km quadrati della zona rossa. Anche gli elicotteri con gli infrarossi avrebbero iniziato a volteggiare sopra un allevamento industriale di polli, tra Marmorta ed Argenta, cuore pulsante della zona rossa. Il custode dell’impianto, un uomo straniero di 44 anni, quando i carabinieri hanno spiegato che i cani fiutavano tracce di Igor in zona, ha dichiarato che lui non si sarebbe accorto di nulla, né avrebbe notato la sparizione di galline.

Di concreto c’è solo che l’ultimo avvistamento certo di Igor è stato a Portomaggiore, nella notte in cui la guardia ecologica volontaria, Valerio Verri, fu ucciso e il collega di pattuglia, Marco Ravaglia, gravemente ferito. Una pattuglia dei carabinieri intercettò Igor poco dopo lo scontro a fuoco, lo riconobbe ma non lo fermò. Era l’8 aprile. Otto settimane, cinquantacinque giorni, di inutili e costosissime ricerche e di strampalate che non hanno portato a nulla se non alle raccomandazioni alla popolazione di non uscire di casa.

 

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1 commento

nemesi 5 Giugno 2017 - 9:40

si e no dai;

statisticamente quelle sono zone rosse,e questo Rambovich è semplicemente figlio di quel brodo di coltura politico che giusto per capirci vuole ogni Africano ” scappato dalla guerra”.

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