Atene, 2 giu – Dopo gli aeroporti di Salonicco e delle isole principali, adesso la Germania si prende anche l’aeroporto di Atene. La società tedesca AviAlliance ha vinto il rinnovo della concessione per 20 anni, quindi fino al 2046, dell’aeroporto di Atene. Un affare da 600 milioni di euro, una boccata di ossigeno (aleatoria) per la Grecia, che a luglio dovrà ripagare 7 miliardi di crediti. Il rinnovo della concessione per l’aeroporto di Atene faceva parte delle promesse fatte da Tsipras a Ue e Fmi nel 2015, quando era stato approvato il terzo piano di aiuti da 86 miliardi di euro. Il governo greco avrebbe dovuto rinnovare la concessione alla sua naturale scadenza e così è stato fatto. E guarda caso una società della Germania, il principale creditore di Atene, ottiene la concessione del principale aeroporto greco.
AviAlliance è una grande società che possiede al 49% l’aeroporto di Amburgo e al 30% quello di Dusseldorf, ma ha anche società holding che controllano aeroporti fuori dai confini tedeschi, tra cui l’aeroporto di Budapest e San Juan (Portorico). Tornando alla questione dell’aeroporto di Atene, il governo di “sinistra” di Tsipras ha semplicemente mantenuto fede al piano di privatizzazioni promesso in cambio della terza tranche di aiuti, con il fondo per le privatizzazioni greco (Hradf) che ha confermato il rinnovo della concessione alla Aia (Athens International Airport), che dal 1995 gestisce il principale scalo della Grecia. Dunque le quote dell’aeroporto di Atene saranno così ripartite: la società tedesca AviAlliance avrà il 40%, che diventa però un 45% complessivo grazie al gruppo greco Copelouzos che detiene il 5%, mentre al fondo greco per le privatizzazioni Hradf resta una quota del 30%, al governo di Atene il restante 25%.
Di fatto ora tutti i principali scali della Grecia sono in mano a società tedesche, dopo che nel 2015 Fraport, il gestore pubblico aeroportuale tedesco aveva ottenuto la gestione per 40 anni degli scali di Salonicco (seconda città della Grecia) e delle isole di Creta, Corfù e Rodi, oltre ad altre strutture minori. Un affare in quel caso da 1,2 miliari di euro, un’altra “boccata di ossigeno” operata a suon di svendita del patrimonio pubblico firmata dal governo di “estrema sinistra” di Tsipras. Un altro affare a buon mercato per la Germania, il creditore più inflessibile con Atene, sempre pronta a chiedere un’austerità un po’ troppo “interessata”.
Davide Romano