Beirut, 1 giu – Dopo le minacce, la conferma. Il film Wonder Woman in Libano non uscirà. Il film, tanto atteso perché il primo sul grande schermo dedicato alla supereroina, è in uscita in questi giorni al cinema ma non in Libano. Il motivo è presto detto: nei panni di Wonder Woman c’è Gal Gadot, attrice israeliana 32enne già miss Israele e soldatessa dell’esercito israeliano, che durante la guerra su Gaza del 2014 su facebook non ha risparmiato i suoi elogi nei confronti dell’IDF e delle sue operazioni contro Hamas e i civili di Gaza.
A chiedere di censurare la pellicola nelle sale libanesi è stato il ministro dell’Economia, il cristiano Raed Khoury, membro di una piattaforma politica dominata da Hezbollah. Già in passato Khoury si era distinto per la sua partecipazione al movimento di boicottaggio di Israele e nelle scorse settimana aveva chiesto, senza successo, di censurare l’altro film con protagonista Gal Gadot, che interpreta la principessa delle Amazzoni in Batman VS Superman.
In passato, però, altri film in cui Gal Gadot era protagonista, tra cui Fast and Furious, erano usciti regolarmente nelle sale libanesi. Pare che in questi giorni in Libano, però, stiano già girando copie pirata del film, al prezzo di 1 euro. Sta di fatto che la prima, prevista per ieri sera, in Libano non è stata proiettata.
Dal 2006, anno in cui Israele invase il Libano e portando a termine una delle più fallimentari operazioni della storia del suo esercito, i due Paesi sono ancora formalmente in guerra e la legge libanese vieta ai suoi cittadini di avere contatti con quelli israeliani. Tuttavia, la censura di Wonder Woman nel Paese dei Cedri arriva dopo un pressing massiccio della Campagna di boicottaggio dei sostenitori di Israele in Libano, che hanno fatto pressioni sulle istituzioni.
Ultimamente le tensioni tra Israele ed Hezbollah si sono acuite a causa dei continui attacchi ai convogli delle milizie sciite di Hezbollah che in Siria supportano Assad, da parte di Israele. Il Partito di Dio ha più volte dichiarato di non volere la guerra, ma di essere pronto a combattere qualora Israele lo desideri.