Londra, 27 mag – Gateshead è un’anonima cittadina di quasi ottantamila abitanti nel nord-est dell’Inghilterra, descritta come grigia e priva di particolare interesse. Proprio in mezzo a questo ambiente grigio nasceva il cinquant’anni fa Paul Gascoigne, o più semplicemente Gazza.
Talento del calcio già dalla culla, era solito essere scartato dagli addetti ai lavori poiché quasi sempre in sovrappeso. L’instabilità famigliare non lo ha certo aiutato a crescere normalmente tanto da mostrare subito problemi comportamentali. Eppure con un pallone fra i piedi era veramente un fenomeno e riesce ad arrivare in Premier League con Newcastle e Tottenham per poi sbarcare a Roma, sponda Lazio. Non disdegnava nemmeno la nazionale inglese: celebre il suo pianto sconsolato dopo la sconfitta con la Germania Ovest.
Gazza non era solo talento calcistico, ma pura follia, quel genere di pazzia che ti porta a diventare un vero e proprio idolo dei tifosi delle squadre in cui si ha militato e di tutti gli altri. I suoi comportamenti irriverenti non passavano certo inosservati: un vero e proprio genio del male di cui, però, oggi rimane solo un uomo trasfigurato dall’uso sregolato- drammatica coerenza con sé stesso, purtroppo- di alcool e droghe.
Non sappiamo come e se celebrerà il compleanno numero cinquanta il grande Gazza Gascoigne, rimasto senza nulla e diventato, de facto, un senza tetto. Ma gli auguri, sia per il suo compleanno che per la partita, molto dura, che sta giocando ormai da qualche anno, sono più che dovuti.
Giacomo Bianchini