Roma, 24 apr – Presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite si è tenuta una conferenza su quanto denunciato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (della cui attendibilità abbiamo già parlato in un precedente apposito articolo) lo scorso 4 aprile: ovvero l’utilizzo di armi chimiche da parte del governo di Damasco a Khan Shaykhun, villaggio nella provincia siriana di Idlib. Episodio utilizzato dagli Stati Uniti come pretesto per bombardare la Siria.
Il presidente della Commissione Onu, Paulo Sergio Pinheiro, ha di fatto smentito, non confermandolo passati venti giorni dai fatti, la versione diffusa dall’Osservatorio e subito presa per buona da Trump (e purtroppo non solo). Pinheiro ha ammesso che al momento l’Onu sta cercando di seguire varie piste per giungere all’esatta ricostruzione della dinamica. E la difficoltà maggiore è data proprio dalla mancanza di fonti attendibili provenienti dal luogo in cui l’aviazione di Assad è accusata di aver utilizzato “armi chimiche”, perché quella zona è occupata da forze jihadiste. Un’acuta osservazione partorita ovviamente diversi giorni dopo la “rappresaglia” americana. Il presidente della Commissione Onu ha inoltre dichiarato che la gran parte delle vittime del villaggio nei pressi di Idlib sarebbero morte a cause di armi convenzionali. Nulla di “chimico” quindi, chi l’avrebbe mai detto. Non solo però, il riferimento di Pinherio, è all’intero conflitto siriano in cui nessuno può provare che siano state utilizzate armi chimiche.
Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha definito “inquietante” l’atteggiamento degli Stati Uniti e degli alleati occidentali che si oppongono ostinatamente all’invio di ispettori delle Nazioni Unite al fine di appurare la fonte da cui sarebbe stato sprigionato il gas sarin nel villaggio nei pressi di Idlib. L’Onu si opposta all’ispezione sul campo a causa del rifiuto proprio di USA e Gran Bretagna. E proprio nelle scorse ore il presidente siriano Assad ha rilanciato invece dichiarandosi disponibile a far entrare gli ispettori ONU, accusando le principali potenze occidentali di aver volutamente strumentalizzato le vittime dell’attacco del 4 aprile. Una strumentalizzazione, secondo Assad, finalizzata proprio all’intervento armato da parte degli Stati Uniti.
Eugenio Palazzini