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Se non sfasciano, non esistono: cosa ci dice il flop dell’estrema sinistra a Roma

by Giorgio Nigra
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Roma, 26 mar – Forse è proprio vero che per fermare i compagni ci vuole uno di loro. Il ministro dell’Interno Minniti, ex Pci e dalemiano di ferro, ha ridicolizzato le velleità contestatarie della sinistra antagonista, che in occasione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma aveva promesso fuoco e fiamme, ma invece è stata spenta sul nascere. Controlli a tappeto, fogli di via preventivi per i compagni stranieri, una furbesca gestione della piazza che ha diviso e accerchiato i facinorosi, e Minniti ha fregato gli antagonisti. Privato del suo pezzo forte – lo spettacolo del riot, come dicono loro, del quale autocompiacersi – il corteo delle sinistre è apparso del tutto annacquato, insignificante.

L’alternativa all’Europa delle banche non si è vista, il rapporto tra il numero dei partecipanti e le sigle altisonanti che vi hanno aderito era impietoso. Ora si dirà, ovviamente, che la dimensione pacifica del corteo è stata frutto di una scelta saggia e ponderata delle varie anime in piazza. Balle, perché solo poche settimane fa la devastazione di Napoli in occasione della visita di Salvini è stata rivendicata come un successo. Evidentemente la battaglia antirazzista e antifascista (certo, lo sappiamo che Salvini non è né razzista né fascista, ma è così che viene visto da quegli ambienti) è l’unica che ormai riesce a scaldare gli animi.

L’antifascismo militante e l’estrema sinistra sono praticamente in un vicolo cieco: per dimostrare di esistere devono sfasciare tutto, incassando però cocenti sconfitti politiche, come nel caso del centro sociale chiuso dalla popolazione del quartiere Magliana, a Roma, in seguito alle solite intemperanze senza criterio dei compagni di zona; se invece scelgono la via più politica, si ritrovano con le armi spuntate e senza argomenti di rilievo da proporre. Per “esprimere conflittualità” devono fare casino, perché altrimenti si scopre che il conflitto reale non c’è e che in fondo anche loro sono un’altra faccia della Ue di Juncker. Il che dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che l’alternativa al dominio dell’alta finanza e delle banche non abita più da quelle parti. Se mai vi ha abitato.

Giorgio Nigra

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2 comments

Bombardiere 26 Marzo 2017 - 4:18

Ecco, il punto è proprio questo: tanto gli eurocrati quanto i cosiddetti “antagonisti” sono espressione del più fetido mondialismo. Figli e servi di Soros, l’abominevole plutocrate apolide che sta dietro ogni spinta dissolutoria.

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Fabrixio69 27 Marzo 2017 - 12:37

Ottimo articolo! che disegna, in sintesi, ciò di cui hanno ‘solo’ saputo fare la sinistra. Ossia, sfasciare tutto in assenza di un reale piano di programma.

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