Roma, 18 mar. – Nel cinema c’è un trucco narrativo noto come “mexican standoff”, stallo alla messicana. È la scena ormai usuale in cui due o più personaggi si puntano la pistola ma nessuno fa fuoco. La si è vista nei film di John Woo, di Tarantino, di Rodriguez e moltissimi altri. La sostanza è sempre la stessa: se condita da buoni dialoghi e il giusto carisma la scena può diventare un punto attraverso cui far crescere la tensione drammatica che poi andrà a deflagrare nel seguito. Capita però di trovarsi davanti a film mediocri diretti da registi con poche idee, riciclate e confuse, che non sanno gestire in modo adeguato la potenza trattenuta dello stallo.
Recentemente la situazione politica e sociale italiana si è spinta un poco oltre, portando alla ribalta un nuovo tipo di stallo, l’italian standoff, che consiste nello statico confronto tra personaggi senza carisma, senza idee e, per giunta, con le armi scariche. Il fatto è che questo nuovo anti-climax made in Italy non è sbucato fuori dai film di Sorrentino ma direttamente dalla vita quotidiana. È infatti merito (si fa per dire) di tutto l’arco parlamentare italiano se oggi l’intero paese si trova piantato in uno stallo all’italiana, dove non succede nulla e da cui non sembra se ne possa uscire con un briciolo di dignità. Persa la leadership di Renzi il Pd si è frantumato, Salvini deve ancora decidere cosa fare da grande, il M5S è in loop autodistruttivo, il centro destra è un acefalo disorientato, la sinistra estrema si è dimenticata dell’esistenza di periferie e lavoratori, cioè della vita reale.
La situazione è tutto sommato tragicomica e se la si dovesse trasporre sul grande schermo sarebbe più o meno una scena in cui tutti si tengono sotto tiro con armi scariche e perciò nessuno osa muovere un passo per farla finirla con l’incertezza. Sarebbe il perfetto film neo-democristiano, molto centrista e molto inclusivo, dato che sarebbe probabilmente una sbrodolata di dialoghi lunga quanto l’intera serie televisiva di Game of Thrones. A ben vedere però tutta la tensione si esaurirebbe con le prime puntate, il resto sarebbe un eterno ritorno dell’uguale, però con parole diverse.
Ecco quindi qual è oggi la condizione politica italiana: una fase di stallo in cui niente accade, nonostante ci siano tutte le condizioni favorevoli per una rottura con questo placido stato di cose. Così è perché nessuno degli attori ha il coraggio di muovere un dito e di imporre un colpo di scena. Il pubblico vuole un attore carismatico e coraggioso che sappia prendere in mano la situazione. Visto come vanno le cose, non è da escludere che presto o tardi apparirà un outsider capace del classico colpo da maestro (all’italiana).
Francesco Boco