Roma, 11 mar – Il web è un posto più sicuro dopo che Selvaggia Lucarelli è riuscita nella sua fondamentale battaglia per far chiudere la pagina facebook “Sesso Droga e Pastorizia”. L’epilogo è arrivato in questi ultimi giorni, quando i gestori del social hanno oscurato la pagina, ancora non si sa se temporaneamente o definitivamente.
Uno scontro, quello fra la showgirl e gli amministratori, che andava avanti dall’anno scorso, quando la Lucarelli ha deciso di puntare contro Sesso, Droga e Pastorizia per un’operazione morale di repulisti. I grimaldelli usati dalla blogger furono, fra gli altri, i video su Tiziana Cantone e le foto di Diletta Leotta, anche se la pagina non aveva alcuna responsabilità in merito agli hackeraggi, se mai aveva solo diffuso materiale già ampiamente disponibile in rete. La Selvaggia nazionale se l’era però presa tanto a cuore da non curare questi piccoli e quasi insignificanti dettagli. Peccato che non sarà la chiusura di Sesso Droga e Pastorizia a far recedere i maleducati dal postare o distribuire contenuti sensibili, né ad impedire che questi vengano caricati in rete. Specie se a curare la condivisione sono poi gli stessi che finiscono per esserne vittima, come nel caso della giovane napoletana.
D’altra parte, la blogger diventata famosa agli occhi dei più per aver fatto da opinionista (sic) per l’Isola dei famosi non è nuova ad uscite di questo tipo, tanto pompate quanto rasentanti l’inutilità. Correva l’anno 2014, per dirne una, quando la Lucarelli scriveva, a proposito delle sentinelle in piedi che manifestavano pacificamente nelle piazze d’Italia: “I calci in culo alle giovani sentinelle che manifestavano contro i diritti dei gay e contro ‘chi cerca di distruggere l’uomo e la civiltà’ (parole loro eh) a Bologna, sono l’unica iniziativa dei centri sociali che ho trovato utile e piena di buonsenso da qualche decennio”. Una profondità di pensiero, in effetti, da far invidia a quelli di Sesso Droga e Pastorizia.
Gli amministratori della pagina, però, non ci stanno, e annunciano che daranno battaglia. “Non dimenticate che sul cadavere dei leoni festeggiano i cani, ma i cani restano cani e i leoni rimangono leoni”, attaccano, spiegando che il loro era solo intento goliardico da prendere dunque nelle dovute maniere. Tanto da ricevere perfino la solidarietà di Nina Moric, che rilancia: “Sul cadavere dei leoni festeggiano le cagne, ma le cagne rimangono cagne e i leoni restano leoni. Se questo gruppo si chiama Pastorizia Never Dies un cazzo di motivo deve pur esserci”.
Nicola Mattei