Roma 24 feb – E’ stato chiuso ieri il luogo simbolo della protesta dei Sioux di Standing Rock contro la costruzione dell’oleodotto Dakota Access Pipeline, in Nord Dakota. Dopo la scadenza dell’ultimatum, dato dalle autorità due giorni fa, la polizia ha proceduto con lo sgombero del l’accampamento anti-oleodotto di Cannon Ball, allestito dai Sioux e dagli ambientalisti. Lo sgombero è stato attuato, in seguito al via libera del presidente Donald Trump, per permettere la ripresa dei lavori di costruzione dell’oleodotto di proprietà dell’Energy Transfer Partners. A nulla sono valse le manifestazioni e i tentativi di dialogo, era stato proposto anche il cambiamento del percorso dell’oleodotto, che dovrebbe attraversare le terre sacre dei nativi e metterebbe a serio rischio inquinamento i corsi d’acqua di quell’area.
Durante la procedura di sgombero si sono verificati alcuni scontri tra polizia e manifestanti, 9 persone sono state arrestate perché accusate di aver tentato di ostacolare l’accesso all’accampamento degli agenti di polizia, come riferito in una conferenza stampa dal governatore repubblicano del North Dakota, Doug Burgum. Altri manifestanti prima di abbandonare il campo di Cannon Ball hanno dato fuoco alle tende e alle baracche, celebrando una sorta di cerimonia d’addio. All’inizio di questo mese il presidente Donald Trump ha dato il via libera definitivo alla ripresa dei lavori di costruzione dell’oleodotto, nonostante le proteste in corso da mesi e all’interruzione dei lavori decisa, nel settembre scorso, dall’ex presidente Barack Obama.
Guido Bruno