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Bancarotta/1 Banche: la prossima grande crisi italiana?

by Filippo Burla
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banche montepaschiRoma, 26 gen – Non performing loans, crediti incagliati, affidamenti dati ad amici e amici degli amici, mire politiche che nel giro di un decennio hanno mandato in fumo secoli di storia, direttive europee e il conto salato fatto pagare ai risparmiatori. C’è tutto questo e molto altro ancora nelle difficoltà delle banche italiane, che si candidano ad essere la nuova vera grande crisi della nostra economia.

Stiamo parlando di una mole di attivi di dubbia consistenza che veleggia attorno ai 200 miliardi lordi, secondo le ultime stime. L’impressione, tuttavia, è che tale cifra possa persino aumentare, stanti i dubbi che è lecito nutrire sui metodi di valutazione. Stiamo parlando di valori di borsa collassati negli ultimi mesi. Stiamo parlando di rastrellamenti di capitale messi in opera dai più grandi istituti per raggranellare risorse fresche da gettare in un meccanismo che sembra sempre più girare a vuoto. E stiamo parlando di banche che nella migliore delle ipotesi finiranno anch’esse, come buona parte dell’industria, in mani straniere: è già successo in passato, da oltreconfine stanno fregandosi le mani per le operazioni già concluse a sconto e per quelle che verranno.

Trovate un ministero dell’Economia degli ultimi anni che non abbia detto che il sistema bancario è solido. No, non ne troverete. Nonostante le rassicurazioni, le banche italiane sono in serio, serissimo pericolo. E’ per questo che parte oggi, sulle pagine de Il Primato Nazionale, una lunga inchiesta sugli istituti di credito italiani. Fra storia e attualità, fra grane e prospettive e al netto di tutto ciò che le banche hanno rappresentato e rappresentano, pensare che un sistema possa sopravvivere senza di esse – o con le banche ridotte a meri intermediari senza un ruolo di politica economica – sarebbe fuori dal tempo e dalla logica. Perché le banche quel ruolo lo hanno: sono il fulcro della politica economica. Ma se non esiste quest’ultima, che le guidi e le indirizzi, nemmeno le seconde possono sopravvivere agli eventi.

Filippo Burla

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