Roma, 25 gen – Ancora una pagina di sangue scritta nel libro nero della cosiddetta “accoglienza”. Nella struttura protetta “Clarabella”, vicino a Iseo (Brescia), la 25enne Nadia Pulvirenti, Terapista delle riabilitazione psichiatrica, è stata uccisa con almeno dieci coltellate sferrate alla cieca al corpo, alle braccia, alle gambe da un uomo di 53 anni, di origine marocchina. L’assassino si chiama Abderrhahim El Moukhtari, è da anni in Italia con un regolare permesso di soggiorno, pur soffrendo da tempo di turbe psichiatriche (il che, anche al netto dell’assassinio, risulta assolutamente incomprensibile: sarebbero queste le risorse venute a risollevare la nostra economia? Degli psicopatici di 50 anni? A che titolo costui aveva un permesso di soggiorno?).
Da almeno cinque anni, l’uomo viveva con un altro paziente in un appartamento di cosiddetta “residenzialità leggera”, una modalità di cura che prevede la vita in comunità, così come è la struttura Clarabella, in cui sono ospitati pazienti in carico al Dipartimento di salute mentale dell’Asst della Franciacorta. In uno degli appartamenti della struttura, mentre il compagno di El Moukhtari non c’era, è accaduto l’omicidio, efferato, compiuto con un coltello da cucina che si trovava in casa. Non è chiaro cosa abbia scatenato la violenza omicida, forse un banale diverbio. Gli altri pazienti e il personale hanno sentito le urla disperate della ragazza e hanno visto El Moukhtari uscire dalla stanza, con il coltello insanguinato e, quasi in trance, muoversi verso l’uscita dalla comunità. Una volta per strada è stato visto da una pattuglia della Polizia locale, si è avvicinato agli agenti e ha detto loro: “Voglio andare dai carabinieri”. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà.
Giuliano Lebelli
3 comments
Immagino che non sentiremo nulla nei media e nulla dalle sentinelle pronte a denunciare l’emergenza femminicida.
vorrei capire in nome di cosa ci dobbiamo fare carico di queste merde…
era una morte annunciata? Probabilmente. Ogni operatore sanitario ma anche ogni uomo di buon senso sa l’assurdità di aver chiuso gli Opg (manicomi criminali), in nome di un idealismo assurdo di sinistra (visto che è stato votato dalla maggioranza Pd) che li paragonava ai lager quando quello era invece l’unico modo per contenere persone violente e pericolose. Malate, inconsapevoli forse, ma cattive e violente. E che fanno poi? Mettono di guardia una ragazzina alle prime armi, senza un’adeguata copertura per la sua incolumità. Cosa tra l’altro lamentata da tutti gli operatori sanitari che lavorano in psichiatria