Roma, 18 gen – Durante i colloqui informali svoltisi ieri a Mosca, dove da due mesi erano in corso negoziati non ufficiali, è stato raggiunto un accordo di principio per la costituzione di un governo di unità nazionale tra Hamas, Al Fatah e altri gruppi come Jihad Islamica. Potrebbe essere una svolta non da poco per la Palestina, con il condizionale d’uopo in questi casi considerando gli atavici dissidi tra i gruppi e gli storici scontri non solo verbali tra le parti.
Non è poi la prima volta che i due principali movimenti palestinesi annunciano una riconciliazione. A rendere nota la decisione è stato Azzam al-Ahamd, esponente di al-Fatah, il quale ha precisato che entro due giorni il presidente Abu Mazen avvierà consultazioni finalizzate alla formalizzazione dell’accordo.
L’intesa metterebbe fine a dieci anni di conflitto iniziati con la salita al potere di Hamas a Gaza nel 2007. Hamas, al-Fatah e Jihad Islamica dovrebbero adesso formare un nuovo Consiglio nazionale palestinese che includerà anche i palestinesi in esilio ed eleggerà poi il Comitato esecutivo, ovvero le massime cariche del governo. Il vicepresidente dell’Ufficio Politico di Hamas, Moussa Abu Marzouk, ha dichiarato che questo accordo “è la via più efficace per risolvere i contenziosi e arrivare a nuove e libere elezioni nella West Bank e nella Striscia di Gaza”.
Eugenio Palazzini
1 commento
I soliti accordi di Israele: tutto tranquillo fin tanto che non attaccano di nuovo. La solita solfa che si ripete costantemente con il Lebano e Hezbollah