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Mps: c’è anche De Benedetti fra i grandi debitori che han fatto saltare la banca

by Filippo Burla
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de benedetti mpsSiena, 10 gen – La circolare è uscita qualche mese fa, partita dall’ufficio del personale di Mps ed obbliga, in sostanza, a tenere le bocche cucite sui nomi dei grandi debitori che, insieme a discutibili scelte gestionali, hanno affossato la storica banca. La diffusione del documento interno segue l’invito di Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, il quale ha chiesto di rendere noti i nomi dei debitori insolventi delle banche salvate dal governo. Non solo Mps quindi, ma da Banca Etruria e Cariferrara in avanti.

La parte del leone la giocherebbe comunque l’istituto senese, che per dimensioni è il caso più importante ed eclatante all’interno della grave crisi bancaria italiana. Nonostante il tentativo interno di tenere segreta la “lista”, qualche nome eccellente è già trapelato, secondo quanto rivela affaritaliani.it che ha scorso la lista dei principali fallimenti e ristrutturazioni aziendali degli ultimi anni. C’è ad esempio la Carlo Tassara Spa di Romain Zaleski, esposta con Mps per 200 milioni, molti dei quali, invece che essere rimborsati, sono stati trasformati in partecipazioni della finanziaria. Troviamo poi la Risanamento di Luigi Zunino, travolta nel 2009 dal crac del settore immobiliare con 3 miliardi di debiti verso le banche, fra cui Mps che anche in questo caso fu costretta a convertire il credito in azioni. Stesso discorso per la Sorgenia di De Benedetti, che probabilmente grazie ai buonissimi rapporti con il Pd era riuscito, nell’ambito ad ottenere ben 600 milioni di euro poi nell’ambito della ristrutturazione costata 150 milioni l’anno alle casse pubbliche, trasformati – sì, avete indovinato – in azioni, facendo diventare Mps il primo socio del fallimentare esperimento (103 milioni di euro di perdite al 31 dicembre 2015) nel settore energetico.

Non è d’altronde una novità che il Monte dei Paschi sia finito in affanno a causa di una pessima gestione della massa di crediti: il 70% delle sofferenze riguardano (o riguardavano) prestatori che hanno ottenuto oltre un milione di euro in affidamento, potendosi così escludere che sia stata la politica dei mutui ai privati cittadini o degli scoperti di conto corrente per i piccoli imprenditori all’origine della crisi.

Filippo Burla

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4 comments

No satan 10 Gennaio 2017 - 10:41 Reply
Luca 10 Gennaio 2017 - 4:14

“Eccellenze” ebraiche

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marco zuzzo 11 Gennaio 2017 - 6:59

no n è nemmeno ebreo, è stato adottato dalla comunità ebraica di Roma, e insieme hanno messo Renzi premier, la cosa schifosa è che, è stato uno dei primi casi di ruberia della prima republica, la Montedison era sua e di Raul Gardini, quest’ultimo (forse) si è suicidato, mentre questo ladro, ma non solo ladro, uno sfascia aziende, e altro, uno dei pezzi che hanno rovinato l’Italia, che io sappia non ha mai subito qualcosa, anzi. I suoi discorsi sul referendum, per salvare Renzi, non erano assolutamente necessari, ovviamente sa che non possono fargli niente, ma forse alcune persone che non lo conoscevano, si sono rese conto del personaggio, è con questa notiziona, avranno capito, qual’e uno dei più grandi mali di questa Italia, o per lo meno c’è la speranza che lo capiscano

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Ugo 12 Gennaio 2017 - 4:40

Se non è violenza privare comuni risparmiatori del frutto dei propri faticosi accantonamenti, ormai in molti casi indispensabili per vivere o addirittura sopravvivere, allora non si capisco cosa sia mai la violenza. Ne consegue che sarebbe abbondantemente ora che chi usa la finanza come un coltello per disossare non fosse più giudicato per reati contro il patrimonio, ma per reati contro le persone. Migliaia di persone alla volta, per di più. Pene tremende, certe e rapide.

Visto che chi tiene tra le mani le redini della legislazione indossa cravatte rosse, com’è che in questi casi non applicano le massime della loro propria parte, tipo il famoso “colpirne uno per educarne cento”? Non vale più, ora che il manico sta dalla loro parte? E’ ben vero che quel rosso stinge verso il rosa per l’apporto infausto del bianco degli abiti di chi dirige un certo Stato extraeuropeo che si trova nel cuore di Roma, però è anche vero che chi indossa quelle sottane ha dimostrato in passato di indulgere senza troppi scrupoli in tecniche “educative” piuttosto muscolari. Com’è che ora si tirano indietro? Forse per collusione con quella stessa finanza creativa? O magari “umanitaria”?

Va be’…

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