Roma, 4 gen – L’idea che i prezzi al consumo possano essere scesi durante l’arco del 2016 non dovrebbe per logica essere un problema. Tutt’altro se pensiamo solamente che il nostro potere di acquisto migliori. Vedremo più avanti perchè la deflazione, vale a dire la registrazione del calo dei prezzi al consumo, rappresenti invece un serio problema per l’economia di una nazione. Intanto è l’Istat a confermarci che nel 2016 si è avuta una variazione negativa dello -0,1% rispetto all’anno precedente. Era dal lontano 1959 che non si registrava un dato così negativo (in quell’anno si ebbe addirittura una flessione pari a -0,4%).
Fallisce miseramente il piano della Bce di rilanciare i consumi facendo crescere di un po’ l’inflazione. Il tanto sbandierato “bazooka” monetario che Draghi ha utilizzato per irrorare di liquidità banche e mercati non è servito o per essere più precisi, non ha avuto benefici su quella che è l’economia reale. Ne avevamo parlato a suo tempo, evidenziando tutti i nostri dubbi circa le modalità di attuazione del quantitative esasing eseguito all’interno dell’Eurozona.
Ma in definitiva perchè preoccuparci se i prezzi al consumo scendono? Perchè allarmarci per la deflazione? Un’economia sana, nell’ambito di una crescita economica equilibrata e sostenibile produce sempre una leggera inflazione. In base a questo principio economico si comprende che qualsiasi scostamento da uno stato di leggera inflazione è sintomo di un problema a livello economico. Se si ha un eccesso di scostamento verso l’alto si registra un’inflazione troppo alta determinata da tanti fattori, tra cui una crescita economica troppo veloce oppure uno shock valutario con conseguente svalutazione monetaria. Ma se lo scostamento scivola verso il basso, cioè verso un calo dei prezzi al consumo si innesca un meccanismo infido e a circolo vizioso che si autoalimenta e che alla lunga fa male a tutti. I prezzi in calo generano un’aspettativa di ulteriori cali futuri generando delle attese nei consumi. Ognuno di noi è portato a posticipare un acquisto di un bene o di una merce, pensando di poter risparmiare ulteriormente visto che nel medio periodo probabilmente costerà meno. Queste aspettative rallentano i consumi creando ripercussioni sulle imprese che vedono i loro margini di fatturato diminuire. Da qui ai licenziamenti o all’aumento dei disoccupati il passo è breve i quali a loro volta non avendo più un reddito da spendere in consumi daranno altro carburante alla deflazione e alla distruzione dell’economia.
L’Italia è una cartina tornasole del malessere economico che attanaglia tutta l’Unione europea. La crisi è ben lungi dall’essere archiviata e, cosa ancor più drammatica, gli attori preposti alla guida delle istituzioni nazionali ed internazionali non paiono avere le idee chiare su ciò che andrebbe fatto.
Giuseppe Maneggio
2 comments
Giuseppe,non aggiungo altro al tuo giusto commento sulla deflazione e sulle sue conseguenze,sti figuri che sono al governo meriterebbero i lavori forzati in miniera!!
Semplicemente http://www.controinformazione.info/quindici-anni-di-euro/#