Roma, 22 dic- Finire in carcere per un monumento, per quanto controverso. È questa la sorte che potrebbe toccare al sindaco di Affile e a due assessori. Nel mirino il discusso mausoleo per Rodolfo Graziani, fatto costruire nella cittadina laziale dove nel 1955 morì il celebre militare e ora al centro di un processo. Il sindaco Ercole Viri rischia due anni e mezzo di carcere, mentre il procuratore capo del tribunale di Tivoli, Francesco Menditto, ha chiesto un anno e sette mesi di galera per due assessori, Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni, con l’accusa di apologia del fascismo. La sentenza, tuttavia, non arriverà prima del 21 marzo prossimo.
“Sono molto soddisfatto – ha detto al Messaggero il legale dell’immancabile Anpi, che si è costituita parte civile – poiché è stata chiesta dalla Procura una condanna per apologia di fascismo, aspetto per il quale in Italia bisogna battersi ogni volta. Ed è significativo che il caso sia in mano al Procuratore in persona. Positivo anche che sia stato chiesto il sequestro ai fini di confisca del monumento: finché resta in piedi il monumento, resta in piedi l’apologia”. Insomma, un vero e proprio processo alle idee. In un’Italia in cui ancora oggi restano strade e vie dedicate a macellai dell’Unione sovietica, Affile non può ricordare il più celebre dei suoi concittadini. E se alla fine carcere sarà, si tratterà – in quel caso davvero – di una vergogna italiana.
Roberto Derta
2 comments
Mentre i morti fanno ancora paura , la mafia nigeriana avanza indisturbata
Arrestateci tutti!
È un onore andare in galera per proteggere la memoria storica ed il rispetto ad un militare Italiano.