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“Gadget fascisti”, vietata la vendita in Toscana. Le priorità di Enrico Rossi

by Davide Romano
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Enrico Rossi Berlinguer

Un post su Facebook del presidente toscano Enrico Rossiin cui si emoziona per un bimbo che disegna una falce e martello

Firenze, 15 dic – La Regione Toscana non si smentisce mai. Soprattutto da quando è governata da Enrico Rossi, personaggio politico in costante ricerca di visibilità nazionale, il cui “antifascismo fanfarone” da sagra del caciucco sembra ormai diventata la cifra della sua comunicazione politica. E così dopo aver chiesto la messa al bando di CasaPound e aver dato del nazista a Trump, ora è il turno della guerra ai “gadget fascisti”. La presenza di tazze e accendini con l’effige di Mussolini negli autogrill toscani costituirebbe un potenziale attacco ai valori democratici, una chiara apologia del fascismo da punire con la dovuta solerzia.

Questo in soldoni è il senso della mozione presentata (e passata) dai consiglieri del gruppo Pd, dove si invita la Giunta della Regione Toscana ad attivarsi per fare in modo che “il reato di apologia del fascismo venga prontamente inserito all’interno del codice penale, consentendo l’effettiva repressione di reati legati alla riproduzione e alla diffusione di gesti, linguaggi e simboli del fascismo e del nazifascismo”. Chiaro è il riferimento nella mozione al divieto di vendita dei gadget fascisti: “il reato di apologia del fascismo venga integrato con la fattispecie relativa alla vendita di oggetti riproducenti immagini e slogan riconducibili a tali regimi”.

L’obiettivo del Pd toscano è quello di adoperarsi per far sì che il Parlamento approvi con celerità la proposta di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di “propaganda del regime fascista e nazifascista”. L’idea della mozione regionale, come rivela Alessandra Nardini, consigliere regionale del Pd, proviene da una proposta portata avanti dalle sezioni dell’Anpi di Pisa e Livorno e “segue una recente risoluzione dell’Emilia Romagna per introdurre »una nuova fattispecie di reato e perseguire alcune condotte non previste dalla normativa vigente”. A favore della mozione contro i gadget fascisti hanno votato i gruppi di Pd e Sì-Toscana a sinistra, mentre hanno votato contro Lega Nord (ad eccezione di Elisa Montemagni che si è astenuta) e Fratelli d’Italia. Il MoVimento 5 Stelle non ha partecipato al voto (e vista la recente svolta a sinistra su temi come l’immigrazione è già qualcosa).

Davide Romano

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